ROMA – “Sono diversi anni che tentiamo varie iniziative. Il modo più efficace per me per un risultato è spendere la mia influenza con il governo egiziano. Io parlo con Al Sisi non con la magistratura. Continuerò su questa strada, non mi fermerò fino a quando non avrò una verità plausibile”. Così il premier Giuseppe Conte, in conferenza stampa da Pechino, parlando delle indagini sulla morte di Giulio Regeni.
Caso Regeni, il premier Conte vuole la verità
“Ci viene prospettato che le indagini continuano, ma ho anche prospettato una certa insoddisfazione perché a distanza di tempo ancora non c’è stato alcun concreto passo avanti concreto che ci lasci intravedere un accertamento dei fatti che sia plausibile”. Così il premier Giuseppe Conte, in conferenza stampa da Pechino, parlando di Regeni. “Ho incontrato Al Sisi ed stata una delle cose più importanti di cui abbiamo parlato. Ho fatto capire che non è mera ritualità chiedere notizie e ho prospettato che l’Italia non verrà mai meno a perseguire una verità giudiziaria plausibile e abbia dei riscontri oggettivi”, ha aggiunto.
I genitori di Giulio scrivono al premier
“Abbiamo saputo che incontrerà il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, al margine dei lavori del GT7 Forum, in Cina. Siamo certi che si farà ulteriormente portavoce della richiesta di Verità e Giustizia sul rapimento, tortura e morte di nostro figlio, avvenute al Cairo tra il gennaio e febbraio 2016”. Così, in una lettera al premier Giuseppe Conte pubblicata da Repubblica, Paola e Claudio Regeni, i genitori del ricercatore Giulio Regeni ucciso in Egitto agli inizi del 2016.
Il premier incontrerà Al Sisi
“Le chiediamo di essere determinato ed incisivo con il Presidente egiziano, di andare oltre ai consueti proclami e promesse. Di ricordargli che la procura romana ha già inserito cinque persone nel registro degli indagati, in base alle indagini effettuate superando gli enormi ostacoli posti da parte degli stessi egiziani; è giunto il momento di ricevere una risposta concreta, vera e definitiva”.
L’appello a Conte
“Senza questa risposta la dignità del nostro paese e delle istituzioni che Lei rappresenta risulterebbe irrimediabilmente mortificata – proseguono – Presidente Conte, si ricordi di Giulio mentre stringerà la mano del Generale Al Sisi. E pretenda, senza ulteriori dilazioni o distrazioni di sorta, la verità sulla sua uccisione. Lei si è proposto come avvocato difensore del popolo italiano. Sia, come ha promesso, il suo avvocato, lo sia di tutti i cittadini italiani che confidano nel rispetto dei diritti umani e nella loro intangibilità”.
(LaPresse)