ROMA – Regionali, depositate le liste. In Calabria molti i candidati che sono passati da un versante all’altro in cerca di vittoria. Meno caotica la situazione in Emilia Romagna dove il successo di Bonaccini è messo in forte discussione dal sopravanzare del centrodestra con la Lega di Salvini al comando.
Qui Calabria
La fatidica data del 26 gennaio è alle porte. In Calabria si è fatto a spallate per avere la possibilità di accedere in consiglio regionale: da Alessia Bausone che dal Pd fugge verso i 5 Stelle, a Tonino Scalzo, oggi all’Udc ma ieri con i “Moderati per la Calabria”. Ma non solo. Tanti i cambi di ‘squadra’ registrati in Forza Italia guidata da Jole Santelli: nella compagine berlusconiana si trovano anche candidati che nelle scorse elezioni avevano appoggiato il centrosinistra di Mario Oliverio, vedi Tonino Scalzo, Franco Sergio, oggi con il centrodestra di “Santelli presidente”, assieme a Vincenzo Pasqua (ex “Moderati per la Calabria”) e Mauro D’Acri che, nel 2014, stava con “Oliverio presidente”. Molti anche gli ex Rifondazione comunista passati sempre al centrodestra che fanno il paio con quelli finiti nell’inchiesta denominata “Rinascita” della Dda di Catanzaro che ha portato all’arresto di 334 persone.
Il salto
Il ‘vero’ salto lo ha fatto davvero il consigliere regionale Giuseppe Neri, di stampo dem, oggi addirittura sull’altra sponda con il partito di Giorgia Meloni, FdI, pronto a dare il suo apporto a Jole Santelli. All’interno dello stesso partito anche il sindaco di Sant’Eufemia, Domenico Creazzo, appartenete al centrosinistra come vicepresidente del Parco nazionale d’Aspromonte, e il consigliere comunale di Reggio Calabria, Demetrio Marino, che nel 2014 aveva sostenuto l’elezione del sindaco Falcomatà.
Altro salto è quello di Nicola Paris eletto con il centrosinistra oggi all’Udc.
Forza Italia ‘pigliatutto’
Il partito di Berlusconi punta le sue carte su Antonio Daffinà (detto Tonino), che, anche se non è indagato, comunque compare nel verbale del pentito Andrea Mantella in esame della Dda di Catanzaro. Secondo il pentito Mantella, “Daffinà” assieme ad altri personaggi locali risulterebbe coinvolto con la ‘ndrangheta in un rapporto di ‘do ut des’.
Daffinà era stato anche commissario straordinario dell’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale pubblica e coinvolto nell’inchiesta sull’utilizzo dei fondi Ex Gescal per acquistare la sede dell’ente. Per quella indagine fu chiesto il rinvio a giudizio come per il vicepresidente del Consiglio regionale Pino Gentile, candidato con la Santelli in “Casa della Libertà”.
In Forza Italia pure l’ex Rifondazione comunista Vito Pitaro, assessore socialista e dirigente del Pd e fedelissimo dell’ex parlamentare Pd Brunello
In appoggio alla Santelli pure Giuseppe Scopelliti, l’ex governatore della Calabria condannato a 4 anni e 7 mesi nel processo sui conti del Comune di Reggio, il consigliere regionale Tilde Minasi e l’editore reggino Franco Recupero, confluiti in Lega assieme a Roy Biasi, già assessore provinciale di Forza Italia e nel 2017 passato a FdI.
Qui Emilia Romagna
Anche in Emilia Romagna come in Calabria non mancano colpi di scena. Bonaccini, candidato uscente, porta con se la coalizione formata da Pd, +Europa (che raccoglie anche Pri e Psi), Volt Emilia-Romagna, il rassemblement di sinistra ‘Emilia-Romagna Coraggiosa’ guidato dall’ex europarlamentare Elly Schlein, Europa Verde e la lista civica ‘Bonaccini Presidente’. Il candidato del centrodestra, la leghista Lucia Borgonzoni, oltre che dal Carroccio ha incassato il sostegno da Forza Italia, Fratelli d’Italia, Cambiamo!-Popolo della Famiglia, i Giovani per l’Ambiente e la civica ‘Borgonzoni Presidente’.
Solitaria la corsa a governatore di Simone Benini del Movimento Cinque Stelle, che candida come governatore Simone Benini. A sinistra vanno in modo autonomo anche L’Altra Emilia-Romagna (candidato Stefano Lugli), Potere al Popolo (con Marta Collot) e il Partito Comunista (con Laura Bergamini). Chiude il quadro il Movimento 3V-Vaccini Vogliamo Verità con candidato Domenico Battaglia.
Lucia Bergonzoni
Nella scuderia della Lega la salviniana Bregonzoni ha messo in cima alla sua lista il sindaco di Monzuno Marco Mastacchi. La sua sfida, molto delicata in un feudo storicamente rosso, si decide nei piccoli paesi, nei comuni al disotto dei ai ventimila abitanti. E’ lì che potrà maturare il sorpasso al governatore uscente, in realtà come quelle del Ferrarese e del Piacentino dove la Lega spesso supera il quaranta per cento. Vincere in Emilia per la Lega sarebbe una grossa scommessa in grado di destabilizzare anche il governo guidato da Giuseppe Conte frutto dell’allenza Pd-Cinque Stelle.