Regionali in Emilia Romagna, Pizzarotti nervoso attacca Salvini: “Va solo in giro a fare aperitivi, i cittadini non si faranno ingannare”

L’alleanza con i 5S e il pienone del Pala Dozza, che ha ospitato ieri sera Matteo Salvini e la candidata alla carica di governatore, la leghista Lucia Begonzoni, mettono ansia al sindaco Pizzarrotti. La fascia tricolore appoggerà nella prossima tornata elettorale il presidente uscente Pd, Stefano Bonaccini

foto LaPresse -Elisa Contini

BOLOGNA – Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti si mostra nervoso e attacca Salvini: “va solo in giro a fare aperitivi, in Emilia-Romagna non si faranno ingannare”. Non ci vuole Freud, il precursore della psicoanalisi, per capire lo stato d’animo del sindaco parmense. Le elezioni regionali si avvicinano e, oltre ad avere difficoltà nel racimolare i pezzi di un Pd allo sbando, Pizzarotti vede crescere in maniera esponenziale il consenso della Lega di Matteo Salvini anche dalle sua parti, così come è già successo in un altro feudo rosso come l’Umbria, mestamente crollato sotto i colpi del Carroccio. Toccherà anche all’Emilia?    

La paura

“Attenzione a non sottovalutare Salvini – dice – perché sul territorio lui è sempre visibile gli altri no. Ultimamente – continua – sono stati troppi gli esempi negativi per chi si è sentito sicuro ed ha sottovaluto l’ avversario per poi accorgersi che con l’iperattivismo e la presenza continua fra la gente lo ha portato a raccogliere voti fra gli incerti, dagli spaventati, dai delusi e dai disposti al rischio di un cambiamento radicale.  Nulla di peggio che piangere dopo.  Ed allora visto che i fatti hanno finora dimostrato chi è stato il vincente diventa obbligatorio imitarne la strategia perché è quel modo di competere che darà le maggiori probabilità di successo”.

La presenza alla Tre giorni

Pizzarotti sarà presenta a Bologna per la Tre giorni dem e sottolinea il suo dissenso sull’apparentameto del suo partito con i 5S: “Qual è il disegno del Pd oggi? Se qualcuno me lo sa dire, gli faccio i complimenti. Allearsi con i 5Stelle per le regionali è un errore, l’Umbria lo ha dimostrato: non si possono fare matrimoni di interesse”. Poi cerca di mostrarsi ottimista sull’esito delle urne e dichiara su una possibile vittoria di Salvini: “Credo di no, perché è una sfida che parte in modo sbagliato, senza contenuti e puntando come al solito sulla pancia. Salvini ha fatto aperitivi in giro e detto due o tre banalità da piazza. Gli emiliano romagnoli sono abituati ai contenuti”.

L’appoggio a Bonaccini

Pizzarotti per l’imminente campagna elettorale nella sua regione appoggerà il presidente uscente, Stefano Bonaccini, che pure pare abbia fatto discretamente durante il suo mandato. “Il presidente della Regione è il sindaco di quella regione. La persona fa la differenza. Bonaccini ha fatto bene e può guidare l’Emilia Romagna per altri cinque anni”. Pizzarotti sembra non abbia ancora deciso se appoggerà Bonaccini con una lista a parte o direttamemte in quella del governatore dem uscente.

Il programma sull’ambiente

“Ho chiesto sia valorizzato il nostro programma sui temi ambientali: a Parma abbiamo affrontato la questione rifiuti e qualità dell’aria. Abbiamo una esperienza e competenze. Oggi l’ambiente è all’ordine del giorno ma a parole. E siamo del resto lontani dall’ambientalismo dei Verdi fatto di No a tutto, più vicini ai Verdi tedeschi che puntano su crescita e infrastrutture”. E sulla sua presenza alla Tre giorni dem, dice: “Mi hanno invitato. E porterò il mio contributo andando a parlare di civismo. Ma non gliele mando a dire”.

La critica al Pd

“Il Pd ha sbagliato ad allearsi con i 5Stelle a livello regionale, locale. Il consenso non si ottiene con operazioni algebriche. In Umbria il Pd avrebbe perso comunque, allora meglio una sconfitta onesta, correndo da soli. Quanto si saranno pentiti della foto di Narni!”. Per cui “localmente – continua – si va separati e il Pd deve trovare un suo programma, una sua fisionomia e identità. Se qualcuno mi sa dire oggi quale è, gli faccio i complimenti. Questo dirò all’assemblea dem”. E si dichiara sulla stessa linea d’onda di Calenda, in netta antitesi sulla decisione del Pd di allearsi con i 5S al Governo: “La posizione di Carlo Calenda sul fatto che il Pd non doveva stare al governo in alleanza con i 5Stelle mi vede d’accordo. Mentre Renzi è Renzi, fa il furbo: è uscito dal Pd per avere un suo peso. Fa una critica al giorno che indeboliscono il governo e la coalizione in nome del solito egoismo. Non fa gioco di squadra”.

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