Una nuova petizione nel Regno Unito ha rilanciato la battaglia contro la vendita libera di fuochi d’artificio, portando il tema nell’agenda politica di Londra. L’istanza ha superato la soglia delle 100mila adesioni, obbligando così il Parlamento britannico a prendere in considerazione l’apertura di un dibattito formale in aula, come previsto dalla normativa locale.
Il testo della petizione chiede al governo di imporre una forte restrizione sulla vendita dei prodotti pirotecnici, riservandola esclusivamente agli organizzatori di eventi pubblici approvati e regolamentati. L’obiettivo dichiarato è “ridurre al minimo i danni causati a persone e animali vulnerabili”.
La richiesta include anche una riduzione dei livelli massimi di rumore e l’istituzione di specifiche zone vietate ai botti. Il fragore improvviso dei fuochi causa infatti in animali domestici e selvatici un panico incontrollabile, che può portare a smarrimenti, traumi e, nei casi più gravi, alla morte per infarto o disorientamento.
Da anni l’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) si batte per un divieto totale di questi prodotti in Italia, sottolineandone la pericolosità per l’ambiente, l’incolumità umana e il benessere animale. Recentemente, la sezione di Novara dell’associazione ha ottenuto il divieto di esplodere fuochi nei pressi di luoghi sensibili come ospedali, residenze per anziani e rifugi.
Il dibattito nel Regno Unito non è nuovo. Già nel 2023, un’altra petizione con un fine simile aveva raccolto oltre 80mila firme. In risposta, il Dipartimento per le imprese e il commercio aveva dichiarato di prendere “seriamente l’uso improprio dei fuochi d’artificio”, definendo la lotta ai comportamenti antisociali una “priorità assoluta”.
Durante una discussione in aula del 9 dicembre 2024, il deputato conservatore Robbie Moore aveva evidenziato la necessità di una regolamentazione più severa. Ha affermato che, se non si riesce a limitare l’uso illegale, l’unica opzione restante è intervenire in modo più stringente sui punti vendita.
La pericolosità dei botti è stata tragicamente confermata da un fatto di cronaca del 2021 a Romford. L’anziana Josephine Smith, 88 anni, morì intrappolata nella sua abitazione, andata a fuoco a causa di un mortaretto inserito nella sua cassetta della posta da due adolescenti.
Sulla scia dell’iniziativa britannica, l’ENPA ha rinnovato il suo appello alle istituzioni italiane affinché si attivino per un divieto nazionale. L’associazione ha sottolineato come l’uso di fuochi d’artificio rumorosi non sia una forma di festa, ma un gesto di irresponsabilità che danneggia l’ambiente e gli esseri viventi più vulnerabili, auspicando che anche l’Italia possa seguire questo esempio di civiltà.






















