ROMA – Dovrà difendersi in tribunale. Gianfranco Fini, ex presidente della Camera dei deputati, è stato rinviato a giudizio (clicca qui) con l’accusa di riciclaggio. L’artefice della svolta di Fiuggi affronterà il processo in compagnia di sua moglie, Elisabetta Tulliani, del fratello e del papà di quest’ultima: Giancarlo e Sergio. Con loro sono finiti a giudizio pure Francesco Corallo, il ‘re delle slot’, Amedeo Laboccetta e altre quattro persone. L’imprenditore e il politico di Fi rispondono di associazione a delinquere. La prima udienza si terrà il prossimo 30 novembre dinanzi alla quarta sezione penale del tribunale di Roma.
Le accuse
Sono quattro i presunti casi di riciclaggio in cui risulterebbe coinvolto l’ex leader di Alleanza Nazionale. I fratelli Tulliani, titolari di una società offshore, questa la tesi della procura, avrebbero messo a disposizioni i loro conti corrente ad un’altra azienda, la Fcib, con sede legale in un paradiso fiscale, collegata proprio a Corallo: e lo avrebbero fatto per riceve somme sostanziose, a sei zeri. Il tutto, sostiene l’accusa, con l’intesa tra il ‘re delle slot’ e Fini.
La casa di Montecarlo
Le storie si intrecciano. Perché parte del denaro ricevuto dalla Fcib (First Carribean International Bank) sarebbe stata realizzati per acquistare la casa di Montecarlo, la pietra dello scandalo che segnò l’inizio della fine politica di Gianfranco Fini.