Riciclo creativo per la casa: come fare le spugne

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Spugne ecologiche
Spugne ecologiche

Le comuni spugne per le pulizie domestiche rappresentano un problema ambientale spesso sottovalutato. Essendo realizzate con materiali sintetici, non sono riciclabili e, una volta gettate, contribuiscono all’inquinamento. Inoltre, la loro tendenza a usurarsi rapidamente obbliga a una sostituzione frequente, alimentando un ciclo di spreco.

Una soluzione efficace e a costo zero è arrivata dal riciclo creativo, che permette di trasformare oggetti destinati a diventare rifiuti in validi strumenti per l’igiene della casa. Con un po’ di inventiva, vecchi indumenti, retine e altri materiali di recupero hanno trovato una seconda vita.

Vecchi maglioni infeltriti, per esempio, si sono rivelati perfetti per lucidare i pavimenti. È sufficiente rimuovere cerniere e bottoni, ritagliare due quadrati di tessuto, sovrapporli e cucire i bordi. Allo stesso modo, calze smagliate o spaiate, soprattutto se di lana, sono diventate pratici guanti per spolverare mobili e superfici delicate.

Anche camicie lise e federe usurate sono state trasformate in strofinacci. Tagliandole in quadrati e rifinendo i bordi con una cucitura, si sono ottenuti panni ideali per asciugare i sanitari o pulire le superfici della cucina. Gli asciugamani rovinati, tagliati e cuciti a strati, hanno dato vita a spugne fai da te dall’alto potere assorbente.

Per lo sporco più ostinato, come quello sui piatti, le retine della frutta sono state una risorsa preziosa. Unendone due o tre e compattandole con del filo di rafia passato più volte al centro, si è creata una spugna abrasiva ma delicata, che non graffia le pentole. L’aggiunta di un’asola in rafia ha reso il tutto più pratico da appendere e asciugare.

Gli appassionati di uncinetto hanno sperimentato con successo il filo di juta. Seguendo semplici schemi, è stato possibile realizzare dischi di circa 10 cm di diametro, efficaci per la pulizia delle stoviglie e completamente biodegradabili. Un’altra alternativa ecologica è stata creata usando la fibra di cocco come imbottitura tra due scampoli di stoffa cuciti insieme.

L’ispirazione è giunta anche da tradizioni lontane, come quella giapponese del Tawashi, una tecnica che insegna a intrecciare strisce di tessuto ricavato da vecchi abiti per creare spugne resistenti e lavabili. Persino oggetti apparentemente inutili hanno trovato un nuovo scopo: un vecchio spazzolino da denti, dopo essere stato bollito per disinfettarlo, si è dimostrato ottimo per pulire fughe e punti difficili da raggiungere.

Adottare queste pratiche non solo ha permesso di ridurre la quantità di rifiuti prodotti, ma ha anche rappresentato un notevole risparmio economico. Creare i propri strumenti di pulizia si è confermato un gesto semplice per una casa più pulita e un pianeta più sano.

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