Rifiuti a Roma, Raggi rimuove il cda di Ama: finisce l’era Bagnacani

E' finita l'era di Lorenzo Bagnacani all'Ama. La sindaca di Roma Virginia Raggi ha licenziato il presidente della municipalizzata che si occupa di smaltimento e raccolta dei rifiuti

Foto Fabrizio Corradetti/LaPresse in foto Virginia Raggi

ROMA (LaPresse) – Rifiuti a Roma, Raggi rimuove il cda di Ama: finisce l’era Bagnacani. E’ finita l’era di Lorenzo Bagnacani all’Ama. La sindaca di Roma Virginia Raggi ha licenziato il presidente della municipalizzata che si occupa di smaltimento e raccolta dei rifiuti. E ha azzerato l’intero consiglio di amministrazione. Il provvedimento è stato adottato a seguito di una memoria approvata dalla giunta capitolina. Che prende atto dei disservizi e del mancato raggiungimento, da parte della governance, degli obiettivi prefissati.

Bagnacani, arrivato da Torino per risolvere l’emergenza rifiuti nella Capitale, lascia dopo meno di due anni dalla nomina. La decisione è arrivata al termine del lungo braccio di ferro che si è consumato sul bilancio dell’azienda. E che ha portato alle dimissioni dell’assessore all’Ambiente, Pinuccia Montanari. Un bilancio firmato dall’ormai ex presidente, respinto dal Campidoglio pochi giorni fa.

Rifiuti a Roma, l’amaro commento di Anzaldi (Pd)

“Con l’ennesimo licenziamento del cda Ama la sindaca Raggi raggiunge l’imbarazzante record di 5 vertici cambiati in meno di 3 anni: Fortini, Solidoro, Giglio, Bina, Bagnacani”, è stato il commento al veleno del deputato del Partito democratico Michele Anzaldi a cui ha fatto eco il collega dem Stefano Pedica: “Non basta far saltare qualche testa per far dimenticare ai romani che la responsabile dello scempio di Roma è la sindaca”, ha attaccato.

L’ordinanza, firmata da Raggi, assegna al Collegio Sindacale di Ama spa la gestione delle attività aziendali per il periodo di tempo strettamente necessario quindi alla ricostituzione del cda.

La sindaca ha assicurato infatti alle organizzazioni sindacali, convocate in Campidoglio, che le nomine arriveranno in tempi brevi e che Ama resterà pubblica. Raggi ha poi escluso rischi per il pagamento degli stipendi ai dipendenti e ha confermato l’impegno a farsi garante della tenuta economica dell’azienda.

Soddisfatti Usb e Cobas che chiedono ora un’inversione di rotta nella governance della municipalizzata e la presentazione di un piano industriale che vada incontro ai “bisogni della città e dei lavoratori”.

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