ROMA – Tutto secondo copione. Nessuna sorpresa, nonostante la richiesta in extremis fatta da Giorgia Meloni al centrosinistra di non bocciare il provvedimento per provare a discuterne assieme. La proposta di legge costituzionale di Fratelli d’Italia sul presidenzialismo non passa al vaglio della Camera. Dopo il parare negativo giunto nelle scorse settimane dalla commissione Affari costituzionali, è arrivato anche lo stop da parte dell’Aula di Montecitorio che ha approvato tutti gli emendamenti soppressivi degli articoli della pdl in senso semipresidenziale alla francese a prima firma Meloni.
Proposta che puntava a cambiare alcuni articoli della Costituzione per introdurre l’elezione diretta del Capo dello Stato e ridefinire il suo ruolo nell’ambito del governo. Prima del voto la presidente di Fdi ha provato a giocarsi la carta del dialogo dicendosi “disponibile a discutere di tutto, anche di proposte diverse dalla nostra”, chiedendo perciò a Pd e M5s “di non scappare dal dibattito”, di non affossare quella che Fdi considera una soluzione che “può letteralmente cambiare le sorti di questa nazione perché il presidenzialismo è la madre di tutte le riforme per chi pensa davvero che la sovranità appartenga al popolo”.
L’invito lanciato nel campo progressista è però caduto nel vuoto. L’emendamento soppressivo proposto dal M5s ai primi articoli del testo ha infatti ricevuto 236 voti favorevoli e 204 contrari (19 gli astenuti). Esito che si è poi ripetuto nelle successive votazioni, con Italia Viva che si è astenuta. Scorrendo i tabulati della votazione risultano diversi forfait in Aula tra le fila del centrodestra. Assenti senza motivo, poiché non inseriti tra i parlamentari in missione, ben 26 deputati della Lega, 16 di Forza Italia, 4 di Coraggio Italia e 2 anche di Fdi.
Numeri che testimoniano un fronte non esattamente granitico, nonostante la Meloni abbia sottolineato che “il tema del presidenzialismo rappresenta una battaglia storica del centrodestra”. E a sottolineare al partito di via della Scrofa le defezioni registrate, mettendo così il dito nella piaga, è il dem Emanuele Fiano: “La bocciatura è arrivata per le numerose, ben 42, assenze fra quelli che dovrebbero essere i suoi alleati di Forza Italia e Lega”.
La battuta d’arresto subita alla Camera non intacca tuttavia la determinazione della Meloni. In Parlamento, ha spiegato, “non hanno neanche voluto aprire il dibattito, sono scappati perché volevano continuare a fare i giochi di palazzo sulla pelle dei cittadini, perché non sono sicuri che quando potranno scegliere i cittadini, i cittadini voteranno per loro”. “Si sappia che Fdi continuerà questa battaglia – ha quindi annunciato –. Alle prossime elezioni politiche chiederemo un voto agli italiani anche per questo”.(LaPresse)