PESCARA – I carabinieri della compagnia locale hanno notificato poco fa la chiusura delle indagini a 25 soggetti, nello specifico 24 persone e a una società. Tutti dovranno rispondere a vario titolo di diversi reati per la tragedia dello scorso gennaio dell’hotel Rigopiano, quando cioè a causa di una valanga morirono 29 persone.
Le accuse
Sette i reati ipotizzati. Si va dal disastro colposo alle lesioni plurime colpose, passando per omicidio plurimo colposo, falso ideologico, abuso edilizio, omissione d’atti d’ufficio, abuso in atti d’ufficio. A questi vanno poi aggiunti altri diversi reati ambientali.
La ricostruzione
Accadde in un triste pomeriggio del 18 gennaio scorso. Tra le 16.30 e le 16.50 una valanga travolge l’hotel Rigopiano di Farindola in cui, in quel momento, ci sono una quarantina di persone tra ospiti e personale. Tutto avviene in pochi attimi, il bilancio sarebbe stato drammatico. Moriranno 29 persone mentre 11 saranno estratte vive, dopo un’attesa di giorni. Un vero e proprio incubo per un’intera Regione, una tragedia che non sarà mai dimenticata. Nevicate copiose e continue scosse di terremoto. Sarà questo il binomio che porterà al drammatico epilogo, una tragedia che secondo alcuni poteva essere evitata. Saranno però le indagini e il lavoro dei magistrati a stabilire eventuali responsabilità.
Gli allarmi ignorati
Ciò che è certo è che gli allarmi sarebbero stati diversi. L’hotel era infatti rimasto isolato già ore prima, gli ospiti avevano chiesto di abbandonare la struttura e il proprietario aveva chiesto aiuto agli organi competenti. Le prime richieste intorno alle 17, ma i soccorsi, per motivi che dovranno essere chiariti dai giudici, sarebbero arrivati soltanto all’alba del giorno dopo. Le squadre alpine, infatti, scese in campo la sera stessa, avrebbero avuto enormi difficoltà a raggiungere il luogo del disastro. Al loro arrivo la tragedia si era ormai consumata. Solo un miracolo, per alcuni il caso, consentì ai soccorritori di estrarre vive 11 persone.