MILANO (LaPresse) – Rimborsopoli, 57 ex consiglieri lombardi a processo: giudici in camera di consiglio. I giudici della decima sezione penale del tribunale di Milano hanno dichiarato non ammissibili i ricorsi presentati dalle difese dei 57 ex consiglieri regionali della Lombardia. Finiti a processo per le spese pazze al Pirellone. Che avevano chiesto di riformulare le accuse derubricando il reato contestato di peculato in quello meno grave di indebita percezione di erogazioni o fondi pubblici.
In base a quanto previsto dal decreto spazza corrotti, che entrerà in vigore il 31 gennaio, infatti, l’articolo 316 ter del codice penale viene modificato e diventa la norma più attinente ai fatti contestati. Perché è l’unica che parla di contributi. Per i giudici, però, non ci sono i presupposti per un rinvio in attesa dell’entrata in vigore della norma. La corte si è ritirata in camera di consiglio. E alle 12 comunicherà agli imputati e ai loro legali se è pronta a pronunciare la sentenza o se dispone un ulteriore rinvio per poter formulare il verdetto.
Al centro del processo ci sono le ‘spese pazze’ che gli ex consiglieri regionali avrebbero fatto a discapito del Pirellone. I 57 imputati nell’ambito del processo celebrato con rito ordinario devono rispondere a vario titolo di peculato e truffa. Tra loro ci sono anche l’ex consigliere e ora capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo, Renzo Bossi. Ma anche Nicole Minetti, l’ex presidente del consiglio regionale Davide Boni e l’ex capogruppo in Consiglio della Lega Stefano Galli. Tra gli imputati anche gli ex consiglieri Angelo Ciocca ora eurodeputato Lega. Stefano Maullu, che siede in parlamento a Bruxelles sui banchi di Fdi e Alessandro Colucci, segretario della Camera per il gruppo misto. Il pm Paolo Filippini ha chiesto condanne che vanno tra 1 anno e 10 mesi e 4 anni.