NAPOLI (Francesco Pari)– Il caso Rimborsopoli non è mai finito. E ora i nodi vengono al pettine. Il Tribunale di Napoli ha inflitto cinque condanne e assolto due politici dall’accusa di peculato nell’ambito di uno dei processi per i rimborsi percepiti dai consiglieri regionali. In maniera illecita secondo la Procura. Non in tutti i casi, stando al giudizio della quarta sezione penale del Tribunale, presieduta da Giovanna Napolitano. Due anni e un mese sono stati inflitti agli ex consiglieri regionali Enrico Fabozzi e Pasquale De Lucia, due anni ad Angela Cortese, Anita Sala e Nicola Marrazzo, tutti eletti tra le fila di Pd, Udc e Italia dei Valori all’epoca dei fatti. I condannati saranno anche chiamati, secondo quanto ha deciso il collegio giudicante, a restituire i soldi indebitamente percepite, pari a diverse migliaia di euro a testa. E per questo scatta la confisca delle somme. Assoluzione, invece, per Corrado Gabriele e Carmine Mocerino, unico tra gli imputati nel processo ad avere ancora un seggio in consiglio regionale e da capogruppo di De Luca Presidente. Un processo lunghissimo, basti pensare che le indagini sono cominciate esattamente 10 anni fa, mentre la richiesta di rinvio a giudizio risale al mese di ottobre 2015. Anche per l’attuale consigliere regionale del Pd Mario Casillo venne chiesto dalla Procura il rinvio a giudizio, ma fu l’unico ad essere prosciolto ancora prima che il processo venisse istruito. Un sollievo per Mocerino e Gabriele che si vedono riconosciute le loro ragioni dopo 10 anni di accuse, una stangata invece per i cinque condannati al termine di un processo che ha messo sotto accusa le pratiche dei rimborsi dell’assemblea del Centro direzionale e che è stato tanto complesso da essere diviso in vari tronconi. Tra i condannati anche Fabozzi e De Lucia che hanno indossato nel corso della loro carriera politica anche la fascia tricolore dei comuni di Villa Literno e San Felice a Cancello e che sono finiti alla sbarra già per altri procedimenti penali.
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