TORINO – Ripulisti in ‘casa’ Juve: la Digos mette le manette a 12 ultras con l’accusa di estorsione e ricatto alla ‘Vecchia signora’.
La ‘ndrangheta infiltrata
Che tra gli ultras della Juve vi fossero infiltrazione della ‘ndrangheta è cosa nota. Se ne era occupata, lo scorso anno, anche la tv con un servizio ad hoc in cui si spiegavano le dinamiche e gli intrecci tra tifo organizzato bianconero e la malavita calabrese. Non a caso, tra gli arrestati risulta essere Dino Mocciola, già in carcere negli anni ‘90 e uno dei responsabili delle infiltrazioni della ‘ndrangheta nella curva juventina. Con lui anche un suo stretto collaboratore, Salvatore Cava, leader dei ‘Tradizione’ e Umberto Toia. Dietro le sbarre anche Beppe Franzo, presidente dell’associazione “Quelli di via Filadelfia”.
L’operazione
E’ stata denominata “Last Banner”, l’operazione della Digos di Torino che ha eseguito 12 arresti nei confronti dei capi del tifo organizzato bianconero. Si tratta degli ultras appartenenti ai “Drughi”, a “Tradizione-Antichi Valori”, ai “Viking”, al “Nucleo 1985” e a “Quelli.. di via Filadelfia”.
Le accuse
Sono stati tutti indagati per associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata. Inoltre sono state effettuate 39 perquisizioni a largo raggio grazie anche alla collaborazione della Digos di Alessandria, Asti, Como, Savona, Milano, Genova, Pescara, La Spezia, L’Aquila, Firenze, Mantova, Monza, Bergamo e Biella, nei riguardi di dei principali referenti dei gruppi ultrà già menzionati e quelli del “N.A.B. – Nucleo Armato Bianconero”.
Il precedente
Era già scattata un’indagine denominata ‘Alto Piemonte’ che aveva messo in luce come la ‘ndrangheta avesse messo radici profonde tra gli ultras della Curva sud della Juve con interessi rivolti al bagarinaggio. Ma nel 2018, causa alcuni privilegi concessi ai gruppi della Curva Scirea avevano reagito con forza e violenza ripristinando una vera e propria strategia criminale per la supremazia delle attività illecite.