CAPUA – I legami con gli Zagaria, gli incontri con Biagio Ianuario, i tentativi di agganciare Pasquale Apicella, detto ’o Bellomm, la fitta relazione con lo schiavoniano Elio Diana, i colloqui con il sanciprianese Francesco Diana per tuffarsi nel business delle mozzarelle: fotografano, per gli inquirenti, la vitalità e il progetto di espansione criminale del nucleo guidato dal boss di Brezza Antonio Mezzero.
E in questa densa rete di rapporti, direttamente e indirettamente promossi dal mafioso, va aggiunto un filo che collega Davide Grasso – ritenuto dai carabinieri uno dei principali luogotenenti di Mezzero – alla città di Capua.
Nel corso dell’inchiesta che, lo scorso ottobre, ha riportato in cella proprio il boss di Brezza, sono emersi contatti tra Grasso (finito anche lui in prigione) e la famiglia Aversano Stabile. I carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta hanno raccolto informazioni su un summit che si tenne nel dicembre 2022 a casa di Grasso, a Santa Maria La Fossa, al quale parteciparono Andrea Aversano Stabile, il genero Giovanni Cassandra (arrivati a bordo della stessa auto) e Flori Zmakaj, detto ‘Lorenzo’ (indagato a piede libero per ricettazione).
Perché quell’incontro? Grasso, secondo la tesi dei militari, era stato coinvolto in una rissa a Capua e, per reagire – poiché lui, uomo del clan, non poteva subire un affronto del genere – sarebbe stato intenzionato a pianificare una risposta. Per far ‘scomodare’ Aversano Stabile, già condannato per associazione mafiosa, e farlo arrivare a Santa Maria La Fossa, in compagnia del genero (con alle spalle il coinvolgimento in un’indagine per estorsione), è plausibile che il capuano avesse un solido legame con Grasso, un’intesa che, probabilmente, gli investigatori approfondiranno.
A supportare la tesi della solidità di questa relazione, i carabinieri hanno elencato anche altre visite che il fossataro ha fatto a casa del capuano, a Sant’Angelo in Formis, in particolare quelle del 29 dicembre 2022, del primo e del 15 marzo 2023, sempre a Sant’Angelo.
‘Zio Andrea’, come lo chiama Grasso, e il genero Cassandra (da considerare innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile), pur emergendo negli atti dell’inchiesta, non figurano nell’elenco degli indagati dell’operazione della Dda che lo scorso ottobre ha fatto scattare 14 misure cautelari, puntando a disarticolare la compagine che faceva capo a Mezzero (tornato in libertà ne 2022 dopo aver scontato circa 25 anni in prigione).
Per il boss di Brezza (poi trasferitosi a S. Maria Capua Vetere), Grasso e altri otto imputati, a luglio prenderà il via il processo con rito abbreviato: sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa ed estorsione.