MILANO – Squadra che vince, si cambia. Tutta, o quasi. La rivoluzione copernicana dietro al banco dei giudici di ‘X Factor’, va detto, è un atto coraggioso. Per capire se la nuova squadra funzionerà ci vorrà un po’ di tempo. Intanto, i tre debuttanti (Samuel, Malika Ayane e Sfera Ebbasta) si sono fatti guidare dall’esperta Mara Maionchi per ambientarsi durante le Audizioni, in onda su Sky Uno da giovedì 12 settembre. Il gruppo, almeno a guardare la prima puntata della trasmissione, deve ancora amalgamarsi.
I giudici di ‘X Factor’
Ma gli ingredienti per poter diventare un poker degno delle ultime edizioni ci sono tutti: l’ironia di Mara, l’eleganza di Malika, la posatezza tipicamente sabauda di Samuel e il nuovo che avanza di Sfera. Un’unica pecca, per ora: sembra carente il feeling tra i quattro giudici. Certamente difficile replicare al volo quello delle ultime stagioni con diversi veterani, bisognerà vedere se i ‘quattro moschettieri’ ce la faranno puntata dopo puntata a essere la degna spalla l’uno dell’altro. Solo così, dando il giusto ritmo alle puntate, potranno dare il risalto meritato ai concorrenti più talentuosi, evitando di trasformare il talent in una ‘Corrida’, nella quale si attende solo il personaggio bislacco per avere un guizzo di allegria.
La sorpresa è Sfera Ebbasta
La vera sorpresa dei primi minuti del talent è Sfera Ebbasta. Chi si aspetta di trovare in lui l’irriverenza e la sfrontatezza a cui ha abituato il pubblico attraverso la sua musica, rimarrà deluso. Il trapper è sempre pacato, educato e misurato. E riceve l’approvazione di Mara Maionchi: “Mi è stato immediatamente simpatico. Racconta storie terrificanti, ma mi è piaciuto molto da subito”. A spiegare il suo personaggio, ci pensa l’altro veterano di ‘X Factor’, Alessandro Cattelan, al nono anno di conduzione e da questa edizione pure creative producer dello show.
Condurrà ancora Cattelan
“Lo scontro tra la percezione che si ha di Sfera e l’immediatezza con cui sorride e si mostra aperto non lascerà dubbi. E’ un programma che ti fa conoscere per quello che sei, è difficile nascondersi. Credo questa esperienza farà bene a noi e anche a lui”. Soprattutto dopo i fatti di Corinaldo, che hanno segnato il rapper: “E’ stata una tragedia, ha segnato me e tutti quanti, non è una cosa che passa. Non c’è un momento in cui questa situazione cambierà o in cui cambieranno le emozioni. Ritornare a lavorare in generale non è stato facile, non tanto per le critiche a cui sono abituato ma per la situazione. Non si è mai abbastanza forti per affrontare certi momenti”.
I due maestri Samuel e Malika
E se Sfera è il più giovane del tavolo, a sorreggerlo nel corso dell’esperienza ha, oltre a Maionchi, altri due pilastri della musica italiana che sapranno indirizzarlo. Samuel e Malika Ayane: “Due maestri dal punto di vista tecnico”, li definisce Mara. Tanto da dover lasciare da parte alcune delle pretese musicali per godersi l’esperienza. “E’ complicato vedere delle persone lì sopra al posto nostro – spiega Samuel – è importante pensare al perchè sei lì e ricordarsi il percorso che hai fatto. Solo così puoi dare giudizi, ma la cosa più difficile è dire di no ad alcuni ragazzi”.
Rischio e novità in giuria
Insomma, una giuria variegata scelta nel segno del rischio e della novità. Anche perchè, precisa Cattelan, “fare il giudice alla fine ti porta a esprimere sempre i soliti concetti, un po’ di cambio serviva”. Con una sola pedina “insostituibile”, come spiega la produzione: “La scelta di Mara era necessaria, ha un modo di fare tv insostituibile. E poi fa pure da maestra di cerimonie per i nuovi arrivati, sarebbe stato naif rinnovare tutto il tavolo”. Però, oltre al bancone, qualche altra novità c’è. A partire dal meccanismo: con il ‘sì’ da parte di tutti e quattro i giudici sarà possibile accedere direttamente ai bootcamp. Poi, le categorie saranno assegnate direttamente da Cattelan, da questa edizione a lavoro insieme alla squadra autorale. Infine, un’annotazione sui concorrenti: in crescita, rispetto agli anni scorsi, i cantautori in gara.
Le audizioni
Alle audizioni il 60% dei talenti si è presentato con un brano proprio. Un’altra rivoluzione, nel segno del rinnovamento della musica italiana. Per finire con l’ultimo cambiamento, questo decisamente non voluto ma affrontato serenamente. Il sequestro del teatro Ciak di Milano, dove da anni si svolgono i live del programma, impone un cambio di set forzato: “Siamo migranti, aspettiamo un porto che ci accolga e ci faccia attraccare il prima possibile – dice Lorenzo Mieli di Freemantle -. Siamo migranti ma ottimisti, stiamo valutando la situazione e abbiamo molte alternative”. E Samuel scherza: “Pensavamo di farlo a casa di Sfera…”.
(LaPresse/di Chiara Troiano)