Roma – Il rapporto fra la nostra lingua e il mondo di internet, i continui e repentini mutamenti che essa attraversa, le prospettive dischiuse dalle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione: sono solo alcuni degli argomenti che verranno discussi a Stoccolma durante la XVIII Edizione della Settimana della Lingua Italiana nel Mondo, quest’anno a tema ‘L’italiano e la rete, le reti per l’italiano’.
Nella suggestiva cornice dell’Auditorium Nervi dell’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma ‘C.M. Lerici’ il pubblico avrà l’occasione di riflettere, insieme alle coppie formate da Mauro Covacich e Alessandro Berettae Federica Manzon e Giorgio Vasta, sulle implicazioni e i molteplici significati della parola “rete”, da trama che abbraccia e comprende aiutando a superare barriere fisiche e linguistiche, a terreno multiforme esposto a modifiche e cambiamenti costanti e inarrestabili.
Un denominatore comune: il bisogno di interagire
Il focus dei due appuntamenti in programma martedì 16 e martedì 23 ottobre sarà il carattere camaleontico della nostra lingua, diversa secondo i contesti, l’oralità o la scrittura, l’età di chi parla e di chi ascolta.
A quale alfabeto sentimentale fanno ricorso gli appartenenti a una generazione nata e cresciuta senza internet ma che nella tecnologia scopre nuove possibilità mai immaginate? E quali sentimenti riescono a esprimersi proprio grazie ai social che, mentre illudono con l’immediatezza del contatto, permettono invece di re-inventarsi come novelli Cyrano? Che si tratti di narrativa come di giornalismo, l’interrogativo di partenza è il medesimo: come dare voce al nostro pensiero.
A rispondere per primo sarà lo scrittore Mauro Covacich che, insieme al giornalista del Corriere della Sera Alessandro Beretta, incontrerà i suoi lettori svedesi il 16 alle 18. A partire dai suoi due libri A perdifiato (Mondadori, 2003) e La sposa (Bompiani, 2014), entrambi pubblicati in Svezia dalla casa editrice Contempo, l’autore riflette sulla Parola che connettechiudendo l’incontro con un reading molto personale, tra memoria privata e moderni strumenti di comunicazione: il racconto, già apparso sulle colonne de “la Lettura” – il supplemento domenicale del quotidiano di via Solferino – di come sua madre a 77 anni abbia sconfitto la solitudine della senilità servendosi di un antidoto tipicamente giovanile: Facebook.
Proprio il digitale è al centro del dialogo del 23 ottobre, sempre alle 18, tra Federica Manzon e Giorgio Vasta, che delineano una inesplorata geografia dei sentimenti percorrendo i nuovi sentieri aperti dalla modernità. Quali sono i meccanismi e le peculiarità della scrittura online? Se è vero, come affermava McLuhan, che “il medium è il messaggio”, come possiamo riportare i contenuti al centro della scena? Una scrittrice che ha dedicato il suo ultimo romanzo al potere e alle illusioni delle relazioni virtuali si confronta con un collega, pioniere della letteratura nata e letta su internet, per individuare le nuove metriche della scrittura 2.0.