ROMA – “Non andremo via di qui finché non sarà cacciato via l’ultimo rom” è questo l’ultimatum dei cittadini scesi in strada a protestare a Torre Maura. Dopo le proteste dei giorni scorsi i residenti sono tornati in strada, presidiando il centro di accoglienza che avrebbe dovuto accogliere alcune famiglie di nomadi. “Non siamo razzisti, abbiamo solo paura” dicono alcuni dei residenti, mentre i manifestanti più scatenati inveiscono contro i rom al grido di “bruciateli tutti”
“Non siamo razzisti” dicono i residenti dopo aver urlato “Brutte scimmie, bruciateli tutti vivi”
La tensione è insostenibile a Torre Maura. Da un lato alcuni residenti (non molti), dall’altro i nomadi. In mezzo i militanti di estrema destra. “Scimmia di merda, te ne devi andare”, “se esci di qui ti ammazzo” e “dovete bruciarli tutti vivi” sono solo alcuni degli slogan urlati al trasferimento delle famiglie. “Abbiamo soltanto paura che vengano a rubare nelle nostre case” viene detto da alcuni manifestanti, mentre le auto vengono incendiate e si ‘richiede’ il genocidio.
Il terrore serpeggia tra i rom: “I bambini hanno paura che vogliano ammazzarci.
“Non siamo tutti cattivi, non siamo animali. Qui dentro ci sentiamo sequestrati” hanno paura i rom. Non senza ragione, dopo l’escalation di odio razziale scoppiata tra i militanti di estrema destra. Soltanto le sbarre in ferro tra loro e la folla inferocita. Il linciaggio è dietro l’angolo e soltanto le forze dell’ordine mantengono la situazione sotto controllo.
Torre Maura cambia faccia, la roccaforte dei 5 Stelle si volta verso Casapound
Non può sfuggire la presenza forte del movimento di estrema destra Casapound, che ha letteralmente monopolizzato la protesta. Sono quasi più i militanti che non i residenti a inveire. Frasi come “bruciateli tutti”, accompagnate dal saluto romano, non passano inosservate all’occhio dei media. Così come il cambiamento avvenuto nel quartiere. Mentre fino al 2016 il Movimento 5 Stelle aveva sfiorato l’80% dei consensi, l’aria che tira tra gli abitanti sembra dimostrare una forte insoddisfazione nei confronti di Virginia Raggi. Una vera e propria rivolta quella contro i 77 rom, con barricata in strada e cassonetti incendiati. Una situazione insostenibile, non certo per la presenza dei nomadi.