Roma, Rossella Nappini uccisa nell’androne di casa: fermato l’ex

La donna è stata accoltellata ieri nel quartiere Trionfale. Un altro ex compagno era stato sentito in questura

Questa mattina è stato fermato il presunto assassino di Rossella Nappini, infermiera 52enne accoltellata a morte a Roma. Si tratta di un 45enne di nazionalità marocchina. L’uomo – che ora è a Regina Coeli – è stato bloccato dagli investigatori della Sezione Omicidi della Squadra Mobile poco distante dal luogo dell’omicidio dove stava preparando la fuga. La polizia aveva ascoltato per tutta la notte diversi testimoni che conoscevano la vittima e che hanno collaborato a rintracciare presunto killer.

Un altro ex compagno dell’infermiera uccisa a Roma, è invece stato ascoltato lunedì sera dagli investigatori della sezione omicidi della squadra mobile per ricostruire l’efferato delitto, avvenuto ieri pomeriggio nel quartiere Trionfale. La donna è stata assassinata a coltellate. L’uomo aveva avuto in passato una relazione con la vittima ma non è il padre dei due figli della donna.

Secondo alcune indiscrezioni invece l’altro uomo, ascoltato ieri dalla Polizia, era il padre dei due figli che vivevano con la vittima. Dopo essere stato sentito come persona informata sui fatti, l’uomo è tornato a casa.
Il cadavere è stato trovato ieri pomeriggio, da due studenti e da un condomino, in via Giuseppe Allievo nel quartiere Trionfale. Il corpo presentava diverse coltellate all’addome. E’ la 78esima vittima di femminicidio in Italia da inizio anno: Rossella Nappini, madre di due figli, lavorava all’ospedale San Filippo Neri, poco distante da dove è stata assassinata. Subito dopo la telefonata alla polizia, sono arrivati gli investigatori della sezione omicidi della squadra mobile, le autoradio dei commissariati, la scientifica e il pubblico ministro di turno esterno Claudia Alberti, del gruppo di magistrati che si occupano di reati di violenza di genere. I sospetti della polizia, dopo aver ascoltato le testimonianze della madre della vittima, che abita nel palazzo dove Rossella è stata uccisa, e degli inquilini, si sono concentrati sull’ex compagno della donna del quale si erano perse le tracce subito dopo il delitto.

La omicidi ha sequestrato anche alcuni filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona, che avrebbero immortalato la fuga del presunto assassino, con le mani ancora sporche di sangue. Mentre gli agenti della mobile effettuavano il sopralluogo con il magistrato, altri agenti “perquisivano” i cassonetti dei rifiuti, intorno all’isolato per cercare l’arma utilizzata per il delitto, che secondo il medico legale sarebbe un coltello con una lama di lunghezza superiore ai 10 centimetri.

“Sono stato avvisato da alcuni condomini – ha spiegato Paolo Tedesco, l’amministratore del condominio dove è avvenuto l’omicidio – che nell’androne si sentiva un forte odore di sangue. Sono andato a verificare e ho visto stesa per terra, la figlia della signora Ceccacci”.

L’infermiera uccisa era un’attivista contro la violenza nei confronti delle donne. Nel 2018, in occasione del suo compleanno, aveva creato su Facebook, una raccolta fondi per “Casa delle donne per non subire violenza” di Bologna. Nel post spiegava: “Per il mio compleanno quest’anno, sto chiedendo donazioni per Casa delle donne per non subire violenza onlus. Ho scelto questa organizzazione no profit perché il suo obiettivo è molto importante per me e spero che prenderai in considerazione la possibilità di offrire un contributo per festeggiare con me. Ogni piccola donazione mi aiuterà a raggiungere il mio obiettivo”. Quell’obiettivo che si era prefissa, si è infranto per sempre, sul pianerottolo di casa dove abitava con i figli e la madre anziana.

L’ospedale dove lavorava: “Una barbarie”
“È stata uccisa una donna, ancora una volta. Questa donna era una nostra infermiera, lavorava all’ospedale San Filippo Neri. Era parte integrante della nostra comunità ed è doveroso che tutta la ASL Roma 1 si unisca simbolicamente nel cordoglio – insieme al Commissario Quintavalle e alla Direzione Aziendale – e nella espressione di ferma condanna della violenza, in ogni sua forma”. Inizia così il post su Facebook dell’Asl Roma 1 e dell’Ospedale San Filippo Neri dove lavorava Rossella Nappini, l’infermiera uccisa ieri a Roma da diverse coltellate. “Un femminicidio – prosegue il post – non è mai solo un episodio di cronaca. Per questo non dobbiamo mai cedere alla banalizzazione di un simile dramma ma restare vicini a questa famiglia e a quella di tutte le vittime. Non esistono motivazioni reali per simili gesti, si tratta di una barbarie che dovrebbe farci riflettere e vergognare tutti”.

Il post della sorella: “Non sono riuscita a salvarti”
“Purtroppo questa volta non sono riuscita a salvarti. Una cosa è certa starai vicino a papà come volevi. Rip sorellina mia”. Lo scrive sui social Monica Nappini, sorella della vittima.

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