Roma: spara alla riunione di condominio, 3 morti e 4 feriti. Pistola presa al poligono

Tre persone uccise a Roma per una lite condominiale Carabinieri, poliziotti paramilitari italiani, pattugliano davanti a un bar dove tre persone sono morte dopo che un uomo è entrato e ha sparato a Roma, domenica 11 dicembre 2022. Foto AP/Gregorio Borgia Associated Press/ LaPresse

Orrore alla periferia nord di Roma dove un uomo armato ha sparato alla riunione del consorzio di condomini di cui faceva parte, uccidendo tre persone e ferendone altre quattro. Tutto si consuma in una manciata di minuti, intorno alle 10 di domenica mattina: la riunione del consorzio Valle Verde si è appena aperta quando Claudio Campiti, 57 anni, irrompe nel locale in via Monte Giberto, e pistola alla mano, grida: “Vi ammazzo tutti”, prima di dare inizio alla strage.

Mira a chi ha ruoli di responsabilità nel consorzio, poi al resto dei presenti. Uno di loro gli si getta addosso e riesce a fermarlo dopo una colluttazione nella quale viene ferito da un proiettile al volto. Mentre alcuni bloccano Campiti, gli altri condomini fuggono dal locale e chiamano i soccorsi. Quando i carabinieri arrivano sul posto, a terra ci sono i corpi di tre donne uccise. Altre due donne sono ferite, una in modo gravissimo, operata alla testa, all’ospedale Sant’Andrea, lotta tra la vita e la morte.

Un uomo viene ricoverato al Pertini per un malore. Il bilancio finale è di tre morti e quattro ricoverati, ma poteva andare peggio senza l’intervento del condomino eroe: “Gli si è gettato addosso e lo ha bloccato fino a immobilizzarlo a terra mentre lui sparava e si dimenava come un toro”, è il racconto di un testimone. L’uomo è ora ricoverato, non in pericolo di vita, al Policlinico Gemelli: “Mentre disarmava l’aggressore – prosegue il testimone – è rimasto ferito a una guancia da un proiettile e quando sono arrivati i soccorsi, prima di essere portato via in ambulanza, chiedeva degli altri feriti per sapere come stavano”.

Campiti è in stato di fermo, ed è sotto sequestro il poligono di tiro a Tor di Quinto, dove il 57enne si è procurato la pistola poco prima della strage. In passato aveva chiesto il porto d’armi che gli era stato negato grazie alle informazioni fornite dai carabinieri del luogo di residenza che avevano riferito delle liti in atto con i condomini. Campiti in più occasioni aveva minacciato i vicini e i rancori erano passati anche per le vie legali. In un blog che aveva intitolato ‘benvenuti all’inferno’ scriveva dei responsabili del consorzio come di un gruppo di ‘mafiosi’ e manigoldi’. “Minacciava perché non voleva pagare ed era stato già denunciato per questo – è il racconto di Luciana Ciorba, vicepresidente del Consorzio – Ce l’aveva con tutti a cominciare dal consiglio d’amministrazione”.

Quella che si è consumato oggi a Fidene è un “episodio gravissimo di violenza”, che “sconvolge la nostra città”, scrive su Twitter il sindaco Roberto Gualtieri che domani parteciperà al Comitato per l’ordine e la sicurezza. Sulla vicenda interviene anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che conosceva personalmente Nicoletta Golisano, una delle tre vittime: “Era una mamma protettiva, un’amica sincera e discreta, una donna forte e fragile allo stesso tempo. Ma era soprattutto una professionista con un senso del dovere fuori dal comune”, scrive la premier su Facebook. “Spero la giustizia faccia quanto prima il suo corso – prosegue – Eppure la parola ‘giustizia’ non potrà mai essere accostata a questa vicenda. Perché non è giusto morire così”.(LaPresse) 

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