MILANO (LaPresse) – E’ importante che dal dialogo diretto tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il leader russo Vladimir Putin si creino le condizioni per superare l’embargo russo totale per una importante lista di prodotti agroalimentari. Con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, pesce provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia e Australia. Appena rinnovato sino alla fine del 2019. Lo afferma la Coldiretti in riferimento all’incontro di Helsinki.
La denuncia della Coldiretti: superare l’embargo
Nel sottolineare che le esportazioni agroalimentari Made in Italy hanno perso oltre un miliardo dall’inizio dell’embargo. Il risultato – sottolinea Coldiretti – è stato l’azzeramento della spedizione di prodotti agroalimentari Made in Italy in Russia. Che per molto tempo è stata un mercato importante per l’Italia.
Alle perdite dirette subite dalle mancate esportazioni – continua la Coldiretti – si sommano poi quelle indirette dovute al danno di immagine e di mercato provocato dalla diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione. Che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy. Nei supermercati russi si possono ora trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali.
Si penalizza il made in Italy
Dalla mozzarella ‘Casa Italia’ e l’insalata ‘Buona Italia’ alla Robiola Unagrande, dalla mortadella Milano al parmesan, dalla scamorza al mascarpone. A potenziare la produzione del falso Made in Italy non è stata però solo l’industria russa. Ma – riferisce la Coldiretti – anche molti Paesi che non sono stati colpiti dall’embargo come la Svizzera, la Biolorussia, l’Argentina o il Brasile. Che hanno aumentato le esportazioni dei cibi italiani taroccati nel Paese di Putin. In Russia è possibile infatti trovare scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia. Ma anche salame Milano e Gorgonzola di produzione Svizzera e Parmesan o Reggianito di origine brasiliana o argentina.
L’Italia ha già perso un miliardo
Il rischio – continua la Coldiretti – riguarda anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, rischia di essere frenata per la mancanza degli ingredienti principali. In alcuni casi i piatti sono spariti dai menu mentre, in altri, sono stati sostituiti da tarocchi locali o esteri. Senza però che ci sia nella stragrande maggioranza dei ristoranti una chiara indicazione.