Oltre mille persone arrestate, 1.007 secondo l’Ong Ovd-Info. È il bilancio della giornata di proteste a Mosca per chiedere elezioni libere, dopo che l’opposizione ha denunciato l’esclusione di candidati indipendenti alle Municipali previste per l’8 settembre. A una settimana dalla precedente massiccia manifestazione che ha radunato 22mila persone, in migliaia – 3.500 secondo i dati ufficiali – si sono mobilitati per partecipare a questo nuovo evento, non autorizzato, di fronte al municipio della capitale russa.
Molti sono stati fermati prima ancora che iniziasse, tra loro noti oppositori come Ilia Iachine, Liubov Sobol e Dmitry Gudkov, poi rilasciati. Sfilando nell’arteria principale di Mosca, viale Tverskaya, hanno gridato “Vergogna” e “Vogliamo elezioni libere”. Numerosi arresti sono stati violenti e la polizia ha usato i manganelli contro i manifestanti, riferisce l’agenzia France Presse. Putin ha scelto la linea dura e le forze dell’ordine nei giorni scorsi hanno preso di mira esponenti dell’opposizione con arresti, interrogatori e perquisizioni. Mercoledì il ‘nemico pubblico’ numero uno del Cremlino Alexei Navalny è stato rimandato in prigione per 30 giorni per reati legati alle regole sulle proteste. Azioni che si sommano all’apertura di un’inchiesta per “ostacolo al lavoro della Commissione elettorale” di Mosca in seguito a manifestazioni di protesta fuori della sua sede, per cui sono previste pene detentive fino a cinque anni. Un giro di vite che rievoca il movimento del 2011-2012 contro il ritorno di Putin alla presidenza.
Per questo Amnesty International ha parlato di un “tentativo aperto e senza ostacoli da parte delle autorità russe di intimidire l’opposizione”. La popolarità di Putin, eccezionalmente alta dopo l’annessione della Crimea, è diminuita dalla sua rielezione per un quarto mandato lo scorso anno e le Comunali di settembre si prospettano difficili, specialmente nelle grandi città come Mosca e San Pietroburgo. Le elezioni locali sono una rara opportunità per le voci dissidenti di partecipare alla vita politica dato che i partiti anti-Cremlino sono stati espulsi dal Parlamento durante i due decenni di potere putiniano.
La registrazione di una sessantina di candidati dell’opposizione nella capitale è stata respinta, ufficialmente a causa di vizi nella raccolta delle firme necessarie per presentarsi. I candidati indipendenti esclusi parlano invece di irregolarità inesistenti addebitate a loro e hanno accusato il sindaco Sergei Sobyanin, un caro amico di Putin, di voler soffocare l’opposizione.
LaPresse