MOSCA – Dura repressione del Cremlino alla marcia non autorizzata organizzata a sostegno del giornalista di Meduza, Ivan Golunov, all’indomani della sua scarcerazione dopo che sono cadute tutte le accuse. In contrasto con l’insolita indulgenza che avevano dimostrato nei giorni precedenti, le autorità russe hanno arrestato almeno 423 persone che manifestavano nel centro di Mosca.
Tra queste, l’oppositore Alexey Navalny e diversi giornalisti: un collaboratore del magazine tedesco Der Spiegel, uno del giornale d’opposizione Novaya Gazeta e uno del quotidiano Kommersant, secondo quanto ha riferito l’Ong OVD-Info.
La protesta
La protesta fa seguito a una mobilitazione quasi senza precedenti della società civile per ottenere la liberazione di Golunov, arrestato giovedì scorso con l’accusa di traffico di droga. Famoso per le sue indagini sulla corruzione delle élites e appropriazione indebita nei settori più opachi e mafiosi, come il microcredito o i funerali, il reporter è stato scagionato e liberato martedì alla vigilia della manifestazione. In sua difesa, oltre un migliaio di persone sono scese in piazza mercoledì per una marcia pacifica duramente repressa dalle forze dell’ordine: la polizia è arrivata al punto di chiudere al pubblico la Piazza Rossa, una delle principali arterie del centro e un famoso parco della capitale.
Molti dei fermati hanno fatto sapere di essere stati picchiati dagli agenti, che hanno anche negato loro le cure necessarie, secondo quanto riportato sempre da OVD-Info. Anche numerosi giornalisti sono stati arrestati per poi essere rilasciati dopo poche ore: secondo il sito Meduza, uno dei suoi corrispondenti è stato fermato mentre si lamentava del giro di vite della polizia per telefono con il vicesindaco di Mosca.
Le dichiarazioni
“Il potere ha terribilmente paura di dimostrare una straordinaria solidarietà unanime nel caso Golounov. E’ quindi importante distruggere prima la solidarietà generale e poi intimidire e imprigionare coloro che insistono”, ha scritto su Twitter Navalny, oppositore russo oggetto di numerosi procedimenti giudiziari e detenzioni negli ultimi anni.
L’ong Amnesty International ha accusato le autorità russe di “disprezzo per solidarietà e diritti”, richiedendo il rilascio “immediato e incondizionato” degli arrestati, mentre il Consiglio d’Europa ha esortato al rispetto “del diritto di manifestare”.
Arrestato il 6 giugno a Mosca dalla polizia che dichiarava di aver trovato nel suo zaino e nel suo appartamento grandi quantità di droga, Ivan Golounov si trovava agli arresti domiciliari da sabato prima di essere scagionato e rilasciato martedì, in un raro caso di retrofront da parte delle autorità.
Il giornalista 36enne ha assicurato che avrebbe continuato a fare il suo lavoro come prima. Intato è stata aperta un’inchiesta sulle azioni degli agenti di polizia che hanno arrestato il report: ora sono stati sospesi dalle loro funzioni, mentre due alti ufficiali della polizia di Mosca saranno licenziati.
(LaPresse – Afp)