NEW YORK – Il ministro della Giustizia statunitense William Barr lancia la sfida al Congresso, in particolare alla maggioranza democratica della Camera, sul ‘Russiagate’. Barr, infatti, ha comunicato la sua decisione ufficiale di non presentarsi di fronte alla commissione giustizia che voleva interrogarlo sul Rapporto Mueller.
Le possibili conseguenze nel Russiagate dopo la scelta di Barr
Una decisione che ha già provocato diverse reazioni dagli avversari di Donald Trump e che è destinata a causare un’escalation giuridica e politica nei rapporti tra Casa Bianca e Camera dei Rappresentanti. Questo perché i democratici continuano ad esprimere il loro malcontento per le prese di posizione chiare del ministro della giustizia. Decisioni che, secondo qualcuno, non fanno altro che alimentare il clima negativo intorno a Trump rafforzando le richieste della sinistra del partito democratico dell’avvio di una procedura di impeachment per il presidente degli Stati Uniti. Già ad aprile il ministro Barr aveva riferito al Congresso di non conoscere l’opinione di Robert Mueller, il super-inquirente del Russiagate, riguardo la diffusione da parte sua del rapporto conclusivo sull’inchiesta sulle interferenze russe. Nota ufficiale smentita però da una lettera ‘sospetta’ inviata dal ministro della Giustizia Ma allo stesso Mueller a fine marzo nella quale Barr si sarebbe lamentato del modo in cui erano state gestite le conclusioni del suo lavoro.
Quali scenari?
Quale sia dunque la verità è difficile dirlo, quel che è certo è che se Barr dovesse confermare la sua decisione di non presentarsi quest’oggi davanti alla commissione giustizia della Camera, l’invito si trasformerà in mandato di comparizione. E qualora dovesse rifiutarsi un’ulteriore volta, Barr rischierebbe un processo per oltraggio al Parlamento. Prematuro al momento capire quelle che potranno essere le posizioni del ministro ma è chiaro che la sua posizione fa riflettere. Secondo gli avversari di Trump, infatti, si sarebbe innescato un meccanismo di difesa ad oltranza del presidente Usa fatto anche di testimonianze bloccate perché scomode nei confronti dello stesso Trump.