Salario Minimo, Di Maio torna sull’apertura al Pd che alza un muro

Scontro sul salario minimo. Di Maio ha aperto al Pd ma il segretario dem Zingaretti ha alzato il muro. Il vicepremier: "Spero sciolga la riserva"

ROMA – Il vicepremier Luigi Di Maio prova ad aprire al Pd che gli sbatte la porta in faccia. Il prossimo impegno del M5S è una legge sul salario minimo. Nelle ore successive all’elezione del neo segretario dem Nicola Zingaretti, Di Maio ha provato a cercare una collaborazione con il Pd, in vista del nuovo corso del partito. “A lui va il mio bocca al lupo. Il M5s porterà in Parlamento una misura che introduce ed estende il salario minimo a tutte le categorie di lavoratori. Una battaglia di tutti e sul tema mi auguro di vedere un’ampia convergenza parlamentare”, ha scritto Di Maio. “I processi politici non si fanno con le furbizie. Il ministro Di Maio è sempre sbadato. E’ il M5S che se vuole, potrà votare il disegno di legge sul salario minimo che nel maggio scorso ha presentato il nostro collega Mauro Laus”, ha replicato il governatore del Lazio.

Di Maio ci riprova

“Il salario minimo e il taglio del cuneo fiscale sono il mio prossimo obiettivo”, ha affermato questa mattina il vicepremier a Rtl 102.5. Sul puntocontinua a spersre nell’appoggio del Pd, nonostante Zingaretti gi abbia sbattuto la porta in faccia. “Voglio iniziare con un tavolo con Confindustria e sindacati e spero che Pd sciolga la riserva”, ha ribadito il Ministro. Alle imprese “bisogna dare una abbassamento del cuneo fiscale selettivo come nel settore del made in italy”.

Due proposte diverse

Di Maio confida nella convergenza e Zingaretti spera venga approvata la proposta del Pd. In realtà le due ipotesi sul salario minimo sono differenti. I numeri sono simili ma il ruolo dei sindacati è diverso.
Il ddl del M5S prevede un minimo di 9 euro lordi da aggiornare ogni anno in base all’inflazion, quello del Pd punta a garantire 9 euro netti, escluse le indennità e rimborsi spese, anche questi da aggiornare. Il testo M5S punta a sostenere la contrattazione collettiva e non sostituirla. Di Maio ha infatti convocato Cgil, Cisl e Uil per il prossimo 13 marzo anche per discutere di questo tema.

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