MILANO – Un avviso di ‘proroga delle indagini preliminari’: anche Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania è indagato dalla Procura di Salerno nell’ambito dell’inchiesta sugli intrecci tra politica e mondo delle coop. Una iscrizione nel registro degli indagati di cui, finora, non si è saputo nulla. Il reato ipotizzato nei confronti del governatore campano, al quale in mattinata è stato recapitato l’avviso di proroga indagini, è di corruzione. De Luca, dunque, era già coinvolto nell’inchiesta della Procura di Salerno che ha portato, nello scorso mese di ottobre, a 10 misure cautelari e 29 indagati, scatenando una bufera sul Comune di Salerno per i presunti appalti truccati.
Ai domiciliari finì Nino Savastano, al quale viene contestato anche il reato di corruzione elettorale, consigliere regionale di Campania Libera, lista ‘deluchiana’ che alle scorse regionali è risultato il più votato dopo il governatore. Misura cautelare in carcere, invece, per Fiorenzo Zoccola, presidente di una cooperativa sociale e gestore di fatto, stando alle indagini, di diverse altre cooperative che avevano in gestione la manutenzione ordinaria e conservativa del patrimonio del Comune di Salerno. Ai domiciliari finì anche Luca Caselli, dirigente del settore ambiente del Comune di Salerno.
Nell’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Salerno emerge un presunto “consolidato accordo corruttivo” tra Savastano e Zoccola, secondo il quale il consigliere regionale “stabilmente asserviva le funzioni pubbliche agli interessi personali propri e del privato in cambio del sostegno elettorale assicuratogli da Zoccola, garantendo a quest’ultimo l’affidamento degli appalti banditi dal Comune di Salerno aventi ad oggetto servizi pubblici alle società cooperative sociali riferibili al privato e ai suoi sodali”.
Le indagini svolte avevano accertato – stando all’ordinanza del gip – come la gestione degli affidamenti per la manutenzione del patrimonio comunale e delle relative proroghe da parte del Comune di Salerno in favore delle cooperative sociali, sia stata caratterizzata da rilevanti profili di illiceità penale, con gravi ricadute in termini di gestione del denaro pubblico, violazioni del principia di libera concorrenza tra operatori economici e possibili inquinamenti nelle consultazioni elettorali. Al sindaco di Salerno, Napoli, fu invece contestato il reato di turbata libertà degli incanti con l’aggravante del pubblico ufficio. Secondo la Procura, Napoli “nella qualità di sindaco del Comune di Salerno” insieme con Felice Marotta, quale collaboratore, “agendo in concorso tra loro e nelle rispettive qualità, con collusioni e mezzi fraudolenti, turbavano il procedimento amministrativo di scelta del contraente”, avente ad oggetto “l’affidamento del servizio di noleggio automezzo lavastrada per un periodo di mesi 2” indetto con determinazione dell’amministratore unico della società ‘Salerno Pulita spa’ in data 20 marzo 2020, predeterminando l’oggetto dell’appalto e rivelando il contenuto delle offerte presentate dagli altri operatori economici, in modo che la conclusione del relativo contratto fosse assicurato a vantaggio della società cooperativa Sociale “Terza Dimensione”, di fatto gestita da Zoccola.
di Laura Pirone