ROMA – Lo scorso anno, in piena pandemia di Covid, quando il nostro sistema sanitario era messo a dura prova dal dilagare del virus, le diagnosi di tumore sono state 377mila. Più di mille al giorno. Si tratta di diagnosi spesso arrivate in ritardo, quando la malattia era già in fase avanzata. Questo perché la paura di contrarre il Covid molte volte è stata più forte della motivazione a fare prevenzione. E chi, vinti i timori, è andato in ospedale, ha dovuto fare i conti con programmi di screening oncologici sospesi o ritardati.
“Per due anni passati ‘inutilmente’ pagheremo un prezzo altissimo con una ‘pandemia di cancro’ per una patologia che, se presa in tempo, ha un tasso di guarigione dell’85%”, tuona il professor Francesco Schittulli, presidente della Lega italiana per la lotta contro i tumori (Lilt), intervistato da LaPresse. “Nel 2020, nel nostro Paese ci sono stati 76mila decessi per Covid e 180mila, più del doppio, per cancro. Eppure, nonostante questi numeri, si continua a parlare di pandemia e non di tumori”, denuncia l’oncologo. “Ci vorrebbe un bollettino quotidiano dove, accanto ai numeri di morti per Covid, venissero evidenziati quelli dei morti per cancro, per riportare l’attenzione su quanto sia fondamentale la prevenzione per una diagnosi precoce e, quindi, per una più alta possibilità di guarigione”.
In Italia 3,6 milioni di cittadini oggi hanno superato una diagnosi di cancro, con un incremento del 36% rispetto a 10 anni fa. In molti casi sono tornati ad avere un’aspettativa di vita paragonabile a quella di chi non si è mai ammalato. “Il momento storico che stiamo vivendo ha messo in evidenza la centralità della ricerca scientifica per il futuro che vogliamo costruire per i nostri pazienti”, sottolinea Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico di Airc, fondazione che sostiene il lavoro di oltre 5mila ricercatori con un investimento, nel 2021, di oltre 125 milioni di euro. “La ricerca – spiega Caligaris – è essenziale perché chi riceve oggi una diagnosi beneficia dei progressi conseguiti grazie a decenni di investimenti”.
Per aiutare a trovare le risposte alle “domande essenziali” che l’oncologia ancora aspetta, sabato 6 novembre i volontari dell’Airc scendono in 1.200 piazze con i ‘Cioccolatini della Ricerca’: a fronte di una donazione di 10 euro sarà così possibile dare un “contributo concreto” ai progressi della scienza.
di Giusi Brega