ROMA (LaPresse) – Il fumo di sigaretta è il più importante fattore di rischio di infarto cardiaco sotto i 50 anni, mentre un terzo dei tumori potrebbe essere evitato con lo stop al tabacco. E un fumatore ‘incallito’, rispetto ad un individuo obeso, rischia il 50% in più di avere un problema cardiovascolare. Sono solo alcuni dei numeri riguardo agli ultimi studi clinici sul consumo di bionde nel mondo, sempre più preoccupanti e che mettono in luce una correlazione “inequivocabile” tra fumo e neoplasie.
In Italia aumentano i tabagisti
In Italia però si fuma di più: i consumatori sono 12,2 milioni, in leggero aumento rispetto al 2017 (erano 11,7 milioni). I fumatori in Italia rappresentano il 23,3% della popolazione (22,3% nel 2017). Diminuiscono nel 2018 le donne tabagiste: il 19,2% rispetto al 20,8 dello scorso anno contro il 27,7% degli uomini rispetto al 23,9% del 2017. Gli ex fumatori sono invece il 12,9% e i non fumatori il 63,8%. Si fumano in media 12,3 sigarette al giorno.
1 italiano su 3 tenta di smettere
Oltre un italiano su tre (35%) ha fatto nell’ultimo anno almeno un tentativo di smettere che, però, nella maggior parte dei casi (81%) è fallito. Secondo gli ultimi studi di settore presentati a Roma durante un meeting sulla riduzione del danno nei fumatori, lo stop al tabacco fa bene al cuore e allunga la vita.
Gli effetti collaterali del fumo
Uomini e donne che smettono tra i 35 e 39 anni, vivono in media, rispettivamente 5 e 3 anni di più, rispetto ai coetanei che continuano. La pressione del sangue e la frequenza del battito cardiaco diminuiscono. Il rischio di avere un infarto cardiaco si riduce del 50% dopo 1 anno. Per tutti, tra cinque e trenta sigarette al giorno, la probabilità di sviluppare la fibrillazione atriale aumenta tra il 9 e il 45%, con una relazione lineare tra il fumo e questo specifico disturbo cardiaco.
Aumenta sensibilmente il rischio di malattie cardiovascolari
Il fumo si associa al 30% delle morti causate da malattie coronariche, a un aumentato rischio di morte improvvisa e mortalità perioperatoria in pazienti con bypass coronarico. Il fumo di sigaretta ispessisce le pareti del muscolo cardiaco, riducendone la funzione di pompa che garantisce la circolazione del sangue nel nostro corpo e un cuore più indurito può andare incontro a scompenso.
Oltre 7 milioni di decessi all’anno
L’istituto americano Institute for Health Metrics and Evaluation ha calcolato che nel 2016 il consumo di tabacco è stato responsabile di oltre 7 milioni di decessi in tutto il mondo (ovvero il 13% di tutte le persone decedute), e sia stato causa di 23 milioni di anni vissuti con disabilità. Inoltre, ha calcolato che il fumo passivo sia stato responsabile di quasi 884mila decessi e di 3 milioni di anni vissuti con disabilità.
In Italia sono attribuibili al fumo circa 93mila morti (cioè, il 14% di tutte le persone decedute) e oggi il fumo di tabacco rappresenta la prima causa di perdita di anni di vita in buona salute. Danni a polmoni e cuore: la sigaretta continua ad essere il buco nero per la vita umana.
di Alessandro Banfo