Salvini a Firenze punge i giudici ‘pro migranti’. Rossi: “Ha pulsioni autoritarie”

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse In foto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi

ROMA – Salvini-giudici atto terzo. Da Firenze, una delle città coinvolte nella sua querelle con i magistrati ‘pro migranti’, il ministro dell’Interno ribadisce per l’ennesima volta il suo pensiero. “Se qualcuno, indossando la toga, sull’immigrazione ritiene che in Italia ci sia spazio per tutto e per tutti, è chiaro che sarebbe opportuno non ci fossero sentenze sul tema immigrazione da parte di queste persone, però andiamo avanti tranquillamente”, dice.

Il riferimento è, in primis, al magistrato fiorentino Luciana Breggia che, come spiegato in una nota del Viminale dello scorso mercoledì, ha partecipato “alla presentazione di un libro dove era seduta accanto alla portavoce di Mediterranea e al professor Emilio Santoro, che ha bollato in un’intervista l’esecutivo gialloverde come: il governo della paura”.

Il vicepremier spiega di non voler aprire questioni personali ma il suo pensiero è chiaro

“Quando qualcuno partecipa a convegni di chiara connotazione politica poi i cittadini possono aver dei dubbi sull’obiettività di alcune sentenze”, dichiara a chiare lettere. Una delle ordinanze bloccate che ha fatto inviperire Salvini è quella sulle ‘zone rosse’ a Firenze, annullata dal Tar della Toscana. “Stiamo lavorando”, spiega a riguardo il leader del Carroccio.

Il ministro dell’Interno insomma non ha nessuna intenzione di alzare bandiera bianca, anche perché a suo dire: “Chi contesta le zone rosse, e penso anche ad alcuni ambienti limitati dalla magistratura, dovrebbe parlare con le mamme che ci vengono a chiedere in tutta Italia di allontanare gli spacciatori dai parchi, dai giardinetti e dalle scuole. E’ veramente assurdo che ci sia qualcuno che ritiene che sia una privazione della democrazia e della libertà allontanare i denunciati, i pluridenunciati per spaccio di droga da alcune zone di Firenze, penso alle Cascine, penso alla Fortezza, penso ad alcune zone del centro storico”.

A prendere le difese dei giudici del capoluogo toscano arriva il presidente della Regione, Enrico Rossi, che parla senza messi termini di “cialtroneria e pulsione autoritaria del capo di un partito che guida anche un ministero che deve occuparsi della sicurezza di tutti”. E pure Area Democratica per la Giustizia annuncia battaglia in apertura del suo congresso annuale. “Le liste di proscrizione non ci spaventano perché ne faremo parte in tanti e nessuno sarà lasciato solo”, le parole pronunciate dal segretario Cristina Ornano aprendo i lavori. Una clima da ‘rumble in the jungle’ che procede con i pugili sempre pronti a scagliarsi colpi al centro del ring.

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