ROMA – Il contratto di governo tra Lega e Movimento 5 Stelle poteva essere allargato ad altri partiti politici, ma non a Forza Italia. Il ministro degli Interni Matteo Salvini, ospite della kermesse organizzata da Fratelli d’Italia ‘Atreju’, ha parlato dei suoi rapporti con le altre compagini. A pochi mesi dall’insediamento dell’esecutivo giallo-verde Salvini ha affrontato le prospettive della coalizione di destra. Legami meno intensi con i partiti che lo hanno accompagnato alle elezioni, ma per nulla distrutti.
I rapporti con Berlusconi e Meloni
La relazione tra Lega e Fratelli d’Italia, guidato da Giorgia Meloni, poteva tradursi nell’inclusione del partito nel contratto governo. E il vicepremiere ne è ancora convinto: “Per me il governo poteva essere allargato a Fratelli d’Italia, non a Forza Italia perché con Giorgia Meloni e FdI abbiamo condiviso battaglie e valori. Io – ha dichiarato Salvini – mi ricordo la battaglia di Roma che abbiamo combattuto in due contro tutto e tutti”. Poi la risposta al presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, che lo ha accusato di avere una strategia anomala nel rapporto con destra e M5S. “Non c’è nessuna strategia del doppio forno: con Berlusconi parliamo solo di accordi locali”, ha replicato Salvini.
L’attacco al Pd
Intervistato da Enrico Mentana, Salvini ha risposto alla domanda “Si ritiene di destra o di sinistra?”. “Ritengo sempre più superate alcune categorie – ha spiegato il leader del Carroccio. – Il Pd sta scomparendo perché per mesi hanno detto agli italiani che il problema non era la disoccupazione, ma il fascismo”. Sulla prospettiva di un’apertura futura per altri partiti al contratto di governo si è detto incerto: “Non so cosa faccio domani. Ho firmato un contratto che dura 5 anni e lo voglio rispettare. Poi siamo nelle mani di dio e, scendendo più in basso, in quelle di Fico”.