Il vicepremier Matteo Salvini ha concesso la cittadinanza italiana a Ramy, il ragazzino ‘eroe’ della vicenda relativa al sequestro del bus a San Donato Milanese. Ma lo ha fatto senza risparmiare stoccate all’alleato di governo, vicepremier, Luigi Di Maio che si era preso il merito del cambio di rotta del leghista, inizialmente contrario a concedere la cittadinanza, smentendolo e ridimensionandone l’ego.
L’incontro al Viminale
Ramy e altri ragazzi della scuola media Valiati di Crema, sono stati ricevuti dal vicepremier al Viminale. Dopo l’incontro le speranze del ragazzo che ha ottenuto la cittadinanza italiana. “Sono contento e lo ringrazio – dice Ramy – sono nato qui ed è un mio diritto. In Italia farò il carabiniere, con la cittadinanza avrò un bel futuro. Credo che anche gli altri la meritino”.
Dalla pacatezza di Ramy alla polemica politica
Salvini non ci sta a far passare il messaggio che qualcuno, in questo caso Di Maio, abbia avuto il potere di fargli cambiare idea e, metaforicamente, stacca la medaglia che il pentastellato si è appuntato al petto senza meriti. “Accolgo i consigli di tutti – la risposta piccata di Salvini – ma in questo caso mi sono convinto da solo, prendendomi il tempo necessario per dire sì a ragion veduta e non a capocchia”.
Operazione mediatica
La vicenda di Ramy e l’indecisione di Salvini rispetto alla concessione della cittadinanza sono state strumentalizzate dalla politica. Da Di Maio per far credere di avere un potere sull’alleato che nei fatti non ha, alle opposizioni per attaccare il vicepremier leghista e tornare a parlare di ius soli e all’informazione o presunta tale del conduttore tv Fabio Fazio.
L’attacco di Salvini
“Ho avuto la disgustosa sensazione – la stoccata alle opposizioni e a Fazio – che i ragazzini di Crema siano stati usati da qualcuno per fare battaglia politica. Della sovraesposizione mediatica chiedete a chi li ha usati in studio per fare audience e li ha usati come una bandiera politica, e non è qui oggi. Io apposta non li ho voluti qua in conferenza stampa, ho cercato di staccare la spina a una vicenda che avrebbe solo fatto male a loro. Spero – conclude Salvini – che con oggi si chiuda un percorso di vita e mediatico che restituisca i bimbi alle loro scuole e alla loro famiglie, e i militari alla loro professione”.