ROMA – Dopo i porti, chiudere gli aeroporti. E’ la nuova minaccia del ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Se qualcuno, a Berlino o a Bruxelles, pensa di scaricare in Italia decine di immigrati con dei voli charter non autorizzati, sappia che non c’è e non ci sarà nessun aeroporto disponibile. Chiudiamo gli aeroporti come abbiamo chiuso i porti”, ha dichiarato.
Liberi e uguali: ora toccherà a deltaplani e mongolfiere
Le reazioni non si sono fatte attendere: “Dopo i porti Salvini vuole chiudere gli aeroporti” scrive sui social il senatore di Leu Francesco Laforgia. In seguito, aggiunge l’esponente di opposizione, “toccherà agli eliporti, ai trafori, ai porticcioli turistici, alle piste di atterraggio per paracadutisti, a quelle per deltaplani e mongolfiere. Tempi duri anche per i sommergibili e controlli a tappeto su tutti i pedalò delle spiagge italiane. Entrare in Italia sarà impossibile. Ma anche uscirne sarà un’impresa complicata. Una storia gloriosa, come quella dell’Italia, seppellita da una grande risata. Non meritavamo tutto questo”. E il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, di Liberi e Uguali, nota che “il ministro Salvini dopo i porti vuole chiudere anche gli aeroporti. La verità è che, da un bel po’, ha chiuso il suo cervello…”.
Il ministro: le forze dell’ordine non perderanno pezzi
Ieri il ministro è intervenuto anche sul personale delle forze dell’ordine. “Nessuna questura, e quindi nessuna città, perderà anche un solo agente. Accadrà esattamente il contrario”. Secondo Salvini “abbiamo confermato gli arrivi di nuovo personale delle forze dell’ordine e abbiamo chiesto formalmente, ottenendo rassicurazioni, lo stanziamento di circa 400 milioni nella legge di stabilità per assumere nuove forze dell’ordine (tra cui civili e vigili del fuoco): saranno operative nei prossimi mesi – prosegue – L’obiettivo è avere questi incrementi: 1.500 vigili del fuoco, 6.150 forze dell’ordine e 770 tra personale civile, dirigenti amministrativi e personale per la carriera prefettizia. Non solo. Confrontandoci con i sindacati di categoria e i vertici della polizia, abbiamo deciso di stoppare la sforbiciata agli uffici della polizia ferroviaria, postale e stradale. Sforbiciata che abbiamo ereditato dai governi precedenti. Dalle parole ai fatti”.