MILANO – Più voli charter per rimpatriare i migranti in Tunisia: questa la promessa del vicepremier Matteo Salvini al Piccolo festival dell’essenziale a Milano. Il ministro dell’Interno ha detto che “ci stiamo lavorando e stiamo lavorando anche per cambiare accordi che altri ci hanno lasciato che non sono assolutamente soddisfacenti”. Voli charter, ha spiegato Salvini, “già ne partono per la Tunisia settimanalmente, l’importante è che ne partano di più e con più gente a bordo”.
Martedì un incontro a Roma
“Stiamo lavorando sul flusso in arrivo dalla Tunisia” ha ancora dichiarato Salvini. E ha aggiunto che “martedì avrò un incontro a Roma perché non c’è guerra, non c’è carestia”. Quindi, in questa situazione “non si capisce perché barchini o barconi devono partire dalla Tunisia e arrivare in Italia”. Già ieri, del resto, il ministro aveva detto che “con la Tunisia posso e voglio provare a risolvere problemi direttamente, anche senza intermediazione” dell’Ue. Dichiarazione rilasciata in conferenza stampa dopo il vertice di Vienna sulla sicurezza e l’immigrazione.
“In Tunisia né guerre né carestie”
A chi gli chiedeva dei porti sicuri, il titolare del Viminale ha risposto: “In Tunisia non c’è uno stato di guerra, bande, bombardamenti, tribù, carestie e pestilenze”. Per questo motivo, “non si capisce perché non si possano riaccompagnare tutte le persone che partono scientemente da quel Paese”. Un caso a parte è quello della Libia, dove “ci sono i problemi che ben sappiamo”. Invece, “altri Paesi sono evidentemente sicuri e la domanda dovrebbe essere impossibile presentarla a priori”. Salvini ha ancora parlato di “ragionamenti in corso con il ministro tunisino e sarà il mio prossimo viaggio nei prossimi giorni. Stiamo lavorando a soluzioni innovative, rapide ed efficaci” a proposito degli sbarchi.
Circa 80 espulsioni alla settimana
Il titolare dell’Interno sta quindi concentrando il suo lavoro diplomatico sulla Tunisia: gli ‘amici’ del gruppo Visegrad, al di là della corrispondenza ideologica con il governo leghista, non hanno mostrato e non hanno intenzione di mostrare alcuna apertura a nessuna ipotesi di accoglienza o ricollocamento. Una delle ipotesi è appunto il rimpatrio dei migranti tunisini con dei voli charter. Soldi e modalità sono da definire. La Tunisia, in realtà, è uno dei pochi Stati con i quali ci sono accordi che funzionano: per ora le espulsioni sono circa un’ottantina a settimana. La riunione del 18 settembre dovrebbe servire a snellire le pratiche di identificazione.