ROMA – “Oggi si è superata una linea rossa. La Trenta non si tocca. Pensate a lavorare!” Con queste parole, e senza mezzi termini, il M5S, attraverso il suo blog, chiude l’ennesima giornata di tensioni tra le due anime del governo gialloverde e in particolare l’ultimo scontro, a suon di veline e social, tra i ministri Matteo Salvini ed Elisabetta Trenta.
Il tweet della discordia
A fare da pomo della discordia, questa volta è un tweet, cancellato, in cui la Difesa fa riferimento a pescherecci italiani nel mirino di motovedette libiche, salvati dalla Marina. La notizia, diffusa dai media, viene smentita e per questo il ministero rimuove il tweet e pubblica un nuovo messaggio di spiegazioni.
Scontro social tra i ministri Trenta e Salvini
Tanto basta per scatenare le polemiche del Viminale che critica Trenta perché “anziché chiedere alla ‘sua’ Marina Militare, si basa sulle agenzie di stampa e poi è costretta a rettificare”. Trenta “non è informata e non approfondisce – attaccano le fonti dell’Interno – preferisce polemizzare col ministro Matteo Salvini e a criticare servitori dello Stato come il generale Riccò. Il ministro della Difesa faccia il ministro della Difesa. Le Forze Armate italiane meritano molto di più”.
La replica della Difesa
Passa un’ora e le ‘fonti’ della Difesa rispondono per le rime: “Non ci era mai capitato prima di vedere un ministero, l’istituzione, usata a fini elettorali. Non c’è molto da commentare, basta avere uno spirito democratico per comprendere la gravità dell’episodio. Dispiace che il Viminale, il cui titolare è Matteo Salvini, piuttosto che occuparsi della sicurezza del Paese, pensi a un tweet”.
La stoccata del M5S
La stoccata finale arriva poco dopo dal Blog delle stelle che fa quadrato attorno a Trenta e replica al vicepremier e leader del Carroccio: “Con i fatti di Napoli e prima ancora di Torino, Roma e San Donato milanese, non capiamo dove il Viminale trovi il tempo per occuparsi di un tweet. Forse farebbe meglio ad occuparsi della sicurezza del Paese. Gli stessi staff del Viminale sono pagati con soldi pubblici, degli italiani, per occuparsi a nome dell’istituzione della sicurezza dell’Italia, non per fare campagna elettorale”.
Un governo in continua tensione
In attesa della resa dei conti sul nodo Siri, fissata con il Cdm di mercoledì, Conte rassicura sulla solidità dell’esecutivo che però, a tre settimane dalle europee, sembra sempre più un governo di separati in casa.
(LaPresse/di Alessandra Lemme)