NAPOLI – Proseguono le indagini degli uomini della Squadra Mobile guidati dal capo Giovanni Leuci e dei carabinieri sul duplice omicidio avvenuto martedì sera in via Janfolla. I sicari hanno inseguito Francesco Abenante, 35enne, e Salvatore Avolio di 32 anni, che viaggiavano in sella a uno scooter. Li hanno braccati e crivellati di colpi.
Dopo la sparatoria, i killer si sono dileguati. Gli investigatori hanno subito rivolto le loro attenzioni sulla possibilità che si sia trattato di un agguato di camorra. Pochi i dubbi sul fatto che le vittime siano state ammazzate a seguito dei contrasti sorti tra i gruppi criminali di Miano. Secondo i ben informati, pare che Abenante fosse vicino alla paranza di Oscar Pecorelli a cui appartengono i cosiddetti nuovi Lo Russo. Infatti da quando la storica cosca è stata messa alle strette dagli arresti eccellenti effettuati dalle forze dell’ordine nel corso degli anni, c’è la corsa a chi deve prendere il posto dei ‘Capitoni’. Situazione che non è vista di buon occhio dai clan dei quartieri limitrofi, visto che i capi degli altri clan preferiscono che Miano continui ad essere zona franca. Nonostante ciò, negli ultimi mesi nella zona sono comparsi gruppi emergenti, intenzionati a gestire i business criminali nella periferia a Nord di Napoli.
Secondo i ben informati, pare che nelle ultime settimane siano sorti dei contrasti tra il gruppo di Pecorelli e gli Scognamiglio. Non è escluso, infatti, che gli omicidi di Francesco Abenante e Salvatore Avolio (fratello di Antonio, ucciso a Piscinola nel 2021) possano essere ricondotti alle frizioni nate tra i gruppi emergenti intenzionati a prendere il controllo delle piazze di spaccio e delle estorsioni, che un tempo erano nelle mani dei Lo Russo. Nel frattempo l’attenzione a Miano è salita ancora di più. Poliziotti e carabinieri temono un’escalation di violenza. Il rischio che possa scoppiare una faida è concreto. A monitorare l’evoluzione di quello che sta accadendo nell’area Nord di Napoli c’è anche l’Alleanza di Secondigliano.
Il cartello criminale formato dai Licciardi, dai Contini e dai Mallardo da anni sostengono che Miano non deve avere padroni. Sono di questa idea anche gli altri gruppi criminali attivi tra Secondigliano e Scampia. Miano rappresenta il collegamento tra la periferia Nord di Napoli e il centro del capoluogo partenopeo. In caso di faida, nella zona si riverserebbero poliziotti e carabinieri, rallentando gli affari delle cosche. Ecco perché non è escluso anche il coinvolgimento dell’Alleanza di Secondigliano, soprattutto dei Licciardi, per far sì che a Miano non vengano fatti altri colpi di testa. Si sa, quando si muovono i clan non può succedere altro che un continuo spargimento di sangue.
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