Sanità, il sottosegretario Pina Castiello: commissariamento unico argine all’incapacità

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

NAPOLI – All’ombra del Vesuvio è facile spararle grosse, tanto non c’è nessuno che lo contraddice. Capita, però, che arrivi il momento, per Vincenzo De Luca, che qualcuno più in alto di lui faccia chiarezza: perché sta nelle stanze dei bottoni, là dove si decide per la Campania, a prescindere da ciò che racconta il governatore. Pina Castiello, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Mezzogiorno, ha tutt’altre notizie in materia di Sanità: la rivoluzione il presidente deve averla vista solo nei film. Da campana e da membro del governo conferma che il cambio di passo annunciato dal commissario ad acta non c’è stato. 

Il 30 gennaio 2017 il governatore Vincenzo De Luca sostenne che entro due anni la Campania sarebbe stata la prima regione d’Italia in materia di Sanità. La promessa, a suo modo di vedere, è stata mantenuta? 

De Luca ci ha abituato agli annunci tribunizi, che però restano sempre privi di riscontro. Dalla data della sua folgorante dichiarazione, ad oggi, la situazione del comparto sanitario campano ha subìto un oggettivo peggioramento. Il che ci rivela quanto fosse sballata la sua previsione che addirittura accarezzava l’ambizione del primato nazionale. La sua promessa è stata totalmente disattesa.

In effetti anche noi abbiamo notizie diverse, stando alle testimonianze dei nostri lettori e seguendo quotidianamente cosa accade nella sanità pubblica. Ospedali mal funzionanti, servizi all’osso, budget di spesa esauriti già a settembre. Qual è il piano del governo per la Campania?

La risposta più eloquente l’hanno data le inchieste giornalistiche,  come le vostre e quella delle “Iene”. Del resto basta dare uno sguardo alle notizie di cronaca, anche recentissime, per accorgersi che il quadro generale è desolante: strutture fatiscenti, ritardi cronici per le prestazioni, scorribande della politica. Più che primi in Italia, mi pare di poter dire che siamo a livelli terzomondisti. Il governo non può intervenire se non con il commissariamento, come ha fatto. Nè può prevedere diverse attribuzioni finanziarie, poichè il piano di riparto finanziario viene redatto dalla conferenza stato/regioni. Per il resto, la materia è tutta di competenza regionale. Ecco perché riveste importanza strategica la vittoria delle prossime regionali. Solo con un nuovo governo regionale si potrà mettere mano ad una impostazione diversa e virtuosa.

Certo, è stato annunciata la rimozione di De Luca dal ruolo di commissario ormai a settembre: il provvedimento è stato approvato ma di interventi concreti neanche l’ombra. Il ministro Grillo ci ha ripensato?

Il governo, con il commissariamento di De Luca, che peraltro ricade in una condizione di sostanziale incompatibilità, ha dato un segnale forte e di grande attenzione. Presto avremo il nome del nuovo Commissario.

Alle migliaia di pazienti campani che rinunciano a curarsi per mancanza di posti nelle strutture pubbliche, con liste d’attesa lunghissime e lungaggini burocratiche di ogni sorta, che spesso sono costretti ad accettare ricoveri in barella, cosa si sente di dire?

La speranza di una sanità più vicina ai suoi utenti. Un comparto capace di azzerare il gup con le regioni del nord. E scongiurare, per esempio, lo spostamento di migliaia di ammalati, costretti a farsi curare fuori regione, è miseramente svanita. Purtroppo si verificano dinamiche inaccettabili. Ci vuole un cambio di passo. Sono certa che si concretizzerà col combinato disposto dell’accrescimento delle attività di controllo da parte del governo, da un lato, e dall’altro, con l’avvento di una nuova classe politica regionale, che avremo, immancabilmente, dopo le nuove elezioni regionali, quando i cittadini campani metteranno la pietra tombale sulla drammatica avventura del presidente/sceriffo.

Le risulta che la Campania sia pronta ad uscire dal piano di rientro, come sempre ripete De Luca?

Il fatto stesso che il governo ritenga doveroso proseguire con la stagione del commissariamento, sebbene con persona diversa dal presidente De Luca. E’ indice che la sanità della regione Campania ancora necessita di una guida terza. Il che, evidentemente, mette a nudo tutti i limiti registratisi con la gestione De Luca, al netto della sua autoreferenzialitá, tutta intrisa di annunci spot che lasciano il tempo che trovano.

Il peccato originale del malfunzionamento della sanità sta nella commistione tra politica e sanità. Secondo lei esiste un modo per spezzare il circolo vizioso e fare in modo che il comparto non sia lottizzato dalla politica?

La politica deve sforzarsi di essere illuminata, evitando ingerenze ed imposizioni. Bisogna determinare ed alimentare, anche con rigide iniziative di controllo, un sistema che abbia, come suo tratto distintivo, la premiazione del merito a tutti i livelli. È cosi che si diventa primi, non dando linfa alla rete delle clientele, del padrinaggio politico, che spesso informano scelte che invece dovrebbero risentire di criteri obiettivi ed estremamente rigorosi. Mi risolleva apprendere, da questo punto di vista, che anche importanti sindaci di sinistra abbiano pubblicamente denunciato l’invasione di campo di alcuni proconsoli del presidente, mai domi nel tentare di tirare la volata ad una classe dirigente consunta, di cui la sanità campana deve fare assolutamente a meno. 

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