ROMA – “Abbiamo tantissime cose in programma – dice il Ministro della Salute Giulia Grillo su quanto il nuovo governo intende fare per la tutela della salute dei cittadini – Innanzitutto rimuovere gli ostacoli all’acceso alle cure. Uno di questi sono le liste d’attesa, un altro sono i ticket troppo costosi su farmaci e prestazioni sanitarie”. Temi sui quali “possiamo fare molto. Ci vorranno alcuni mesi ma sono convinta che un pò di questi ostacoli riuscirò, con la collaborazione di tutti, a risolverli”.
Ticket troppo cari
“I ticket – ha spiegato – sono una partecipazione del cittadino al servizio sanitario pubblico. Ma nel tempo sono diventati talmente alti da far virare i cittadini verso sanità privata. Dobbiamo facilitare le fasce di popolazione più fragili. Ad esempio solo per l’acquisto di farmaci per malati cronici viaggiamo per 200 o 300 euro di ticket per malato al mese, cifre enormi”. Rispetto alla mobilità sanitaria, che porta molti cittadini a spostarsi dal Sud al nord per curarsi, il ministro ha detto la sua. “Voglio difendere questo Mezzogiorno considerato sempre inadeguato”.
Disinformazione sanitaria
“Spesso i cittadini non hanno informazioni sui centri di riferimento del proprio territorio. E’ quella che si chiama in letteratura medica ‘asimmetria informativa’. C’è una quantità di informazioni a cui i cittadini non riescono ad accedere. E che spinge a prendere un aereo per andare a curarsi al Nord Italia”.
Cittadinanzattiva: la priorità è intervenire sui ticket sanitari
“Mettere mano ai ticket sanitari è una priorità per i cittadini e per il rilancio del Servizio sanitario pubblico”. Lo afferma Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva. Aceti affronta l’argomento e sottolinea come dal Rapporto Pit Salute emerga che il peso economico dei ticket sia la principale voce di segnalazione relativa ai costi delle cure e gli stessi. Da misura di compartecipazione alla spesa, si sono trasformati in un vero e proprio ostacolo all’accesso ai servizi sanitari, soprattutto nelle Regioni con servizi in affanno e minore ricchezza pro-capite.
Il monito di Aceti a Grillo
L’effetto combinato di ticket, superticket e tempi di attesa per una serie di prestazioni più a basso costo hanno reso il Servizio sanitario pubblico meno concorrenziale rispetto al privato. Con uno spostamento delle risorse derivanti dal gettito del ticket dal primo al secondo e un chiaro depauperamento del Ssn. “Per questo – continua Aceti – chiediamo al Ministro della Salute Grillo, che ha annunciato di voler rivedere il sistema dei ticket, di farlo attraverso il confronto con le organizzazioni civiche e a partire da tre mosse. Abrogare il superticket nella prossima Legge di Bilancio, riscrivere i criteri di riparto, proposti dalle Regioni, del Fondo di 60 milioni di euro del superticket al fine di una maggiore equità e sostegno alle fasce di popolazione più vulnerabili. E poi rivedere l’intera normativa in materia di esenzione dai ticket, dando più centralità all’equità”.