NAPOLI – La formazione del grande centro procede a rilento e alle amministrative Italia viva ha presentato ben poche liste con il suo simbolo, nonostante le dichiarazioni pre elettorali. Intanto, fra i partiti moderati c’è chi, come Azione, sembra volersi smarcare. Ne parla a “Cronache” il consigliere regionale di Iv Vincenzo Santangelo.
La partita di Iv per le Amministrative nelle città campane al voto, secondo lei è stata giocata bene?
Siamo presenti con nostre donne e nostri uomini un po’ in tutti i comuni. Figure come la consigliera Ragozzino a Capua o il consigliere Civitillo ad Alvignano, per citare solo qualche esempio, ci rappresentano al meglio. Abbiamo agevolato processi di rinnovamento in molti comuni. Siamo impegnati a garantire quella continuità amministrativa di cui gli enti locali hanno bisogno per essere realmente competitivi in quella che è la partita delle partite, cioè il Piano nazionale di ripresa.
Cosa non ha funzionato o si poteva fare meglio, considerato che nella maggior parte dei Comuni non avete presentato la lista con il vostro simbolo?
Le rigiro la domanda: quale partito ha presentato la lista in tutti i Comuni? Siamo in una fase storica in cui la costruzione di alleanze larghe diventa l’unica via percorribile per mettere in campo progetti amministrativi capaci di garantire stabilità amministrativa ai Comuni. In molti casi, i simboli di partito diventano dei tappi per realizzare questi progetti in quanto, si uniscono sensibilità e storie che sarebbero sulla carta incompatibili… Si preferisce per questo rinunciare ai simboli di partito per delle alleanze civiche che creano meno difficoltà sui territori. Lo scenario politico oggi è questo e tutti i partiti si sono adeguati… Del resto chi avrebbe mai potuto pensare ad un governo che vede tutti assieme Iv, M5S, Pd, Lega, Forza Italia? Nessuno, eppure c’è.
Quali difficoltà sta riscontrando il partito per crescere in Campania?
Credo che un partito con un deputato come Gennaro Migliore, un assessore regionale come Nicola Caputo e quattro consiglieri regionali a cui si aggiungono consiglieri provinciali e comunali non si possa francamente considerare in difficoltà…
Il Terzo Polo resta solo un ‘desiderata’ o da qualche parte è in fase di realizzazione?
Preferisco parlare di un polo moderato. Certamente la nascita di un polo moderato in Italia rappresenterebbe il luogo politico dove, finalmente potrebbero trovare il loro spazio tanti amministratori e cittadini che, per ragioni contingenti, sono stati costretti a “posizionarsi” temporaneamente in altre coalizioni. E’ indubbio che ci sia in corso un dibattito per far nascere questo soggetto. C’è bisogno dei tempi giusti, altrimenti si correre il rischio di ripetere esperienze frettolose che già sono fallite in passato
Calenda e Renzi leader antagonisti o probabili alleati di una coalizione di centro da presentare alle Politiche?
Calenda e Renzi sono due leader, due persone di spessore che si conoscono bene tra loro. In questo momento c’è bisogno dei tempi giusti per trovare quelle convergenze che possono essere utili a costruire una grande aggregazione moderata. L’abilità di tutti deve essere quella di non lasciarsi travolgere dalle semplificazioni. Non è la leadership, in questa fase, il tema in discussione, ma la possibilità di tenere assieme tutti i soggetti moderati.
Calenda che pure vuole occupare area di centro, in Lombardia preferisce la Moratti al candidato Pd Majorino. Che ne pensa?
Affrontare il discorso partendo dai casi singoli diventa complicato. Non esistendo un perimetro di riferimento, ciascuno è titolato a fare le proprie scelte… Il grande tema oggi è costruire il perimetro di riferimento.
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