I ‘colonnelli’ dei Mazzarella nei rioni

I colonnelli dei Mazzarella nei rioni
I colonnelli dei Mazzarella nei rioni

NAPOLI – Nella faida tra i Mazzarella e l’Alleanza di Secondigliano qualcosa è cambiato. I primi hanno deciso di usare la tecnica che fu dei Sarno di Ponticelli: in ogni quartiere stanno piazzando colonnelli di massima fiducia, ai quali affidano il controllo totale delle attività illecite, dai parcheggiatori abusivi, allo spaccio, all’usura. Loro restano in disparte. Abbandonata l’idea dei trasferimenti dei boss nelle palazzine, con tanto di famiglia al seguito. Troppo rischioso. Ora è meglio gestire gli ‘affari’ da lontano. Questo per evitare duri scontri con le paranze locali (e in particolare con i gruppi rivali dell’Alleanza). 

E’ mutato il metodo, non la sostanza – si affretta a dire un investigatore esperto – entrambi i cartelli criminali mirano a conquistare fette più ampie della città, per monopolizzare in particolare le piazze di droga, ma anche gli introiti delle estorsioni.

I Mazzarella usano una strategia, che sembra di difesa, ma non lo è. Semplicemente non si espongono direttamente alle rappresaglie dei rivali. 

Questo non significa che gli scontri siano evitabili. Soprattutto nel centro storico e a San Ferdinando, dove il gruppo di San Giovanni si sta espandendo. Ma un rischio di collisione c’è pure nel quartiere di Poggioreale. Anche qui famiglie locali fanno da ‘referenti’ per i Mazzarella. Tutti elementi raccolti nelle informative della questura, che tracciano le nuove mappe geo criminali in città. Sono in continua evoluzione. E già la settimana dopo, si può dire siano cambiate molte cose sullo scacchiere (se non tutte). La causa è la frammentazione eccessiva tra clan, come non accadeva da tempo. Oggi molti ras sono detenuti e le giovani leve hanno fretta di scalare le gerarchie criminali: così bruciano le tappe e arrivano spesso allo scontro con altre paranze, ma pure con i propri sodali. Non si contano le scissioni. E’ successo sempre più spesso nei quartieri a nord della città: i ‘capopiazza’ si sentono capaci di gestire un gruppo in autonomia e dichiarano l’indipendenza, spaccando la cosca e mandando i boss su tutte le furie.  

Per evitare tutta questa diaspora, la strategia che fu adottata dai Sarno a Ponticelli era funzionale. Le famiglie nei rioni controllati dal clan hanno due possibilità: lavorare per l’organizzazione e quindi versare ai ras gli interi introiti, o continuare ad avere una certa indipendenza, ma con l’obbligo di una percentuale settimanale/mensile. Sempre però rispettando la ‘bandiera’: questo significa che i boss sono i loro unici referenti per tutto, dall’acquisto delle partite di droga, ad eventuali liti da dipanare. Insomma una vera strategia militare. Le forze dell’ordine conoscono questi dettagli. E sanno come vanno certe cose. 

Non è semplice intervenire, perché negli ambienti criminali l’omertà blocca le indagini. C’è spesso un accordo tacito dietro a queste evoluzioni. 

Stando agli elementi raccolti dalle forze dell’ordine, i Mazzarella sembra che ora stiano adottato lo stesso piano per monitorare buona parte del centro storico, senza rischiare grossi contraccolpi: spesso lo fanno venendo a patti con le famiglie locali, che così diventano vassalli. Sono queste a subire le prime prime rappresaglie, in caso di contrasti con altri gruppi. E un investigatore riflette a voce alta: “Non è neppure tanto facile per un boss consegnare un rione in mano a un’altra persona, perché si deve fidare ciecamente. E tutti sappiamo come siano andate le cose al rione Sanità”.

Arrestato da latitante, ora resta in carcere

Tobia Esposito (nella foto) resterà in carcere. Almeno per il momento. Il ricorso al tribunale del Riesame è stato già espletato, quando era latitante. E stato arrestato venerdì mattina in un blitz della squadra mobile in via comunale Ottaviano nel quartiere di San Giovanni a Teduccio. 

Ora è in corso il processo con il rito abbreviato, dott. Fabio Lombardo della 30esima Gip. Il 42enne era irreperibile da novembre. Difeso dall’avvocato Mauro Zollo. Intanto il processo va avanti. Venerdì l’ultima udienza, è stato ascoltato Costabile, uno dei collaboratori di giustizia. 

Il nome di Tobia Esposito è inserito nell’ordinanza cautelare, che a fine novembre ha assestato un duro colpo ai Silenzio di San Giovanni a Teduccio. E’ accusato di associazione a delinquere finalizzata agli stupefacenti. Non è inserito nell’organigramma dei Silenzio. E’ da sempre considerato vicino ai Mazzarella. 

Tobia Esposito – stando alla ricostruzione della Procura – avrebbe acquistato droga dai Silenzio sistematicamente. Ma andiamo con ordine. 

Il 42enne viene da un lungo periodo di detenzione per 416 bis, dopo gli arresti per l’ordinanza cautelare del novembre 2007 (clan Mazzarella). Dopo ottiene la detenzione domiciliare a Caiazzo, in provincia di Caserta. In quel periodo tutti i ras dei Mazzarella sono reclusi. Si sarebbe attivato con il traffico di droga. In che modo? Rifornendosi dai Silenzio, in quanto acquirente stabile. Avrebbe gestito anche grossi stock di stupefacenti. Sempre durante la detenzione domiciliare: avrebbe affidato a un parente l’incarico di trattare per l’acquisto della droga, direttamente con i Silenzio. Tutto messo nero su bianco dai magistrati nell’ordinanza cautelare di novembre. Intanto per il quattro luglio è previsto il controesame del collaboratore di giustizia. E ci potranno essere importanti novità. 

Stando alla ricostruzione della questura, Tobia Esposito si era sottratto il 30 novembre 2021 all’esecuzione della misura cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 27 persone ritenute gravemente indiziate di partecipazione ad associazione di tipo mafioso e di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

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