Cagliari, 24 mag. (LaPresse) –
“Il turismo culturale è un asset fondamentale del modello di sviluppo turistico regionale basato su sostenibilità economica e ambientale e sulla qualità dei prodotti e dei servizi turistici: il suo rafforzamento attraverso progetti di ampio respiro e di alto profilo è una priorità per la Sardegna”. Con questa premessa l’assessora del Turismo, Artigianato e Commercio Barbara Argiolas ha aperto oggi i lavori della seconda giornata dell’appuntamento dedicato a ‘Turismo culturale e archeologia’ di Sardinia Tourism Call2Action, programma di approfondimento professionale destinato agli stakeholder del mondo turistico regionale, attivato dalla Geasar, società di gestione dell’aeroporto di Olbia Costa Smeralda, e sostenuto dall’assessorato del Turismo, Artigianato e Commercio nell’ambito del Piano di promozione e comunicazione attraverso il sistema aeroportuale sardo.
“Un’iniziativa che professionalizza e qualifica l’offerta – ha detto l’assessora nel suo intervento di apertura -, nata dalla proficua collaborazione tra assessorato e Geasar, che si inserisce in un periodo di interazione e confronto con amministratori locali, imprese, comunità, parte essenziale nell’impostazione partecipata del Piano strategico ‘Destinazione Sardegna 2018-2021’, sintesi di istanze ed esigenze cui la DMO (Destination management organization) darà operatività. Il programma di eventi – ha concluso – offre agli operatori la concreta possibilità di approfondire i temi del piano strategico e del modello di sviluppo turistico”.
Nella sala congressi MBC dello scalo olbiese, gremita da operatori turistici, culturali e amministratori locali (e in diretta streaming sulle pagine social), i lavori sono stati poi introdotti dal direttore commerciale della società di gestione dello scalo, Lucio Murru, e coordinati da Joseph Ejarque: “Il turismo culturale è un mix di elementi attrattivi – ha detto il coordinatore scientifico del progetto — ed è in evoluzione verso una sorta di tourism entertainment, ossia l’unione di aspetti turistici, culturali e di intrattenimento.
Oggi lo spettatore ‘passivo’ non esiste più: il viaggiatore vuole essere attore dell’esperienza di vacanza culturale, viverla da protagonista profondamente, dal concetto educativo-formativo si è passati a profonda conoscenza e creatività”. L’esperto di destination management, nonché incaricato di coordinare il percorso di nascita del piano strategico regionale, ha fornito alcuni numeri del turismo culturale in Italia: le località storico-artistiche italiane ricevono oltre quattro milioni di arrivi di visitatori all’anno, ossia il 36 per cento del totale dei turisti in Italia, ma la gran parte dei viaggi, della durata media di 2,3 giorni (short break o city break), specie in primavera e autunno, sono concentrati nelle tre principali città d’arte (Firenze, Roma e Venezia), poco nelle altre destinazioni; inoltre, i turisti ad hoc, appassionati di beni culturali, sono il dieci per cento dei viaggiatori culturali, il 50 per cento di essi sono visitatori ‘di rimbalzo’.
Infine Ejarque ha consigliato la ricetta per uno sviluppo turistico-culturale: “Bisogna tenere conto delle nuove generazioni e tipologie di turisti, mettere assieme risorse culturali e imprenditoriali, concretizzare e strutturare l’offerta con un portafoglio prodotti che interpretino la cultura a 360 gradi, individuare elementi esperienziali da valorizzare attraverso elementi innovativi, facilitare l’interpretazione della cultura, senza banalizzazioni o mercificazioni ma valorizzando autenticità e identità quali valore aggiunto”.
Secondo intervento di giornata è stato quello della presidente del museo Marino Marini di Firenze, nonché presidente di Confcultura, Patrizia Asproni, che nella sua relazione ‘Museo del futuro: coinvolgere nuovi pubblici e fornire chiavi di lettura comprensibili del quotidiano’ ha parlato della sfida che attende la Sardegna nel suo processo di strutturazione turistica della sua “unicità culturale” al cospetto dell’evoluzione del mondo sociale e del mercato turistico, citando un “uso intelligente delle nuove tecnologie”, “una scelta equilibrata del codice da utilizzare per approcciarsi ai millennials’, del fondamentale ruolo della comunicazione e “del mantenimento dell’esclusività al cospetto dell’omologazione, scelta che la Sardegna può permettersi”.
La tavola rotonda successiva ha avuto come protagonisti, oltre gli stessi Ejarque e Asproni, anche Mariangela Franch, responsabile scientifica del corso di laurea in Management della sostenibilità e del turismo di Trento, e Tiziano Vescovi professore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, co-direttore del laboratorio di ricerca International Management to Asia (IMA Lab). È stata poi la volta di uno sguardo ai casi di successo nel Mediterraneo, in particolare nella Baleari: li hanno presentati Maria Antonia Bauzà, presidente del club Turismo Culturale di Mallorca e direttrice della Cartoixa de Valldemossa, e Cristina Bravo, direttrice di Nurarcq che ha parlato del caso del Poblatn Talaiotic d’En Salort di Minorca, ossia la gestione turistica di successo di un sito archeologico in una destinazione balneare.
Nel primo pomeriggio, dopo l’inaugurazione della mostra ‘Sardegna. Isola multiculturale dai Fenici a Roma’ nello spazio museale Artport dello scalo olbiese, spazio al racconto su ‘La rotta dei fenici’ da parte dell’esponente del progetto Sara Ferrari. Infine i best cases sardi: Polo museale della Sardegna, Museo nazionale archeologico di Cagliari, rappresentato dal direttore Roberto Concas, Monumenti Aperti, rappresentato dal presidente di Imago Mundi Fabrizio Frongia, e Parco geominerario della Sardegna, rappresentato dal direttore Ciro Pignatelli.
Domani il programma si chiuderà con un educational riservato a media e operatori stranieri che ha per filo conduttore le origini ancestrali dell’Isola e come si sono declinate nei secoli ispirandone la cultura: prima tappa il museo Nivola di Orani, poi il nuraghe Losa di Abbasanta, infine il santuario nuragico di Santa Cristina a Paulilatino.