Roberto Saviano colleziona un’altra condanna. Questa volta è per diffamazione: dovrà pagare una multa di mille euro per aver chiamato l’attuale presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni “bastarda” durante una trasmissione televisiva. Si parlava di migranti morti nel Mediterraneo, una vicenda che con l’Italia aveva poco o nulla a che fare. E soprattutto con la quale la Meloni non aveva nulla a che fare, visto che all’epoca non era il capo del governo ma dell’unica forza politica all’opposizione.
A Saviano è andata fin troppo bene, vista l’oggettiva portata offensiva dell’aggettivo che ha utilizzato e vista la richiesta del pm di una condanna a 10mila euro di multa (l’avvocato di Giorgia Meloni, Luca Libra, ne aveva chiesti 75mila).
Non è la prima volta, per Saviano, che l’11 agosto del 2018, insieme alla Mondadori Libri del gruppo editoriale della famiglia dell’ex leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, fu condannato dal Tribunale di Milano per diffamazione ai danni di Vincenzo Boccolato, imprenditore residente all’estero e incensurato. Saviano aveva falsamente affermato in Gomorra che Boccolato facesse parte di un clan camorristico coinvolto nel traffico di cocaina.
In un altro caso, invece, riuscì a convincere l’attuale presidente della provincia di Caserta Giorgio Magliocca a ritirare la querela che quest’ultimo aveva sporto nei suoi confronti, scusandosi e dicendosi disponibile a intervenire in qualche evento.
Ma la condanna più “cocente” per Saviano è sicuramente quella per il plagio degli articoli di Cronache di Napoli e di Caserta nel romanzo Gomorra, ormai passata in giudicato. Il 24 ottobre prossimo si tornerà in aula, davanti alla Corte di Appello di Napoli, per la quantificazione del danno che lui e la Arnoldo Mondadori Editore dovranno risarcire alla Libra Editrice, che edita il quotidiano Cronache.
Da tempo, poi, la popolarità dello scrittore è in calo, a causa delle forti critiche espresse da molti esponenti delle istituzioni dello Stato, intellettuali (veri), artisti e semplici cittadini rispetto alla mitizzazione dei boss di camorra nella fiction televisiva “Gomorra”, tratta dal romanzo di Saviano e di cui lo scrittore è l’ideatore.