Scampia, spunta un nuovo clan

Scampia, ipotesi nuovo clan
Scampia, ipotesi nuovo clan

NAPOLI – Un nuovo clan a Scampia? E’ su questa ipotesi che lavorano gli investigatori. Di recente, infatti, in una zona in particolare, via Oliviero Zuccarini, si sono registrati ‘strani’ movimenti. Le operazioni delle forze dell’ordine sono culminate in sequestri di importanti quantitativi di sostanze stupefacenti e di armi. Chi ha allestito il nascondiglio in quei palazzi? Scampia è una delle realtà criminali più in fermento a Napoli nord. La mappa malavitosa è stata disegnata anni fa a suon di faide sanguinose. Oggi le piazze di spaccio non sono più nelle mani di un solo clan, come accadeva decenni fa con i Di Lauro, ma le guerre di camorra hanno ridisegnato gli equilibri. I Di Lauro non ci sono più, almeno non a Scampia (sono confinati nel Terzo Mondo e nella zona di piazza Zanardelli), mentre nel quartiere delle Vele resistono gli AbeteAbbinanteNotturno, la Vanella Grassi, gli AmatoPagano, i Raia. Questi ultimi sono stati rinvigoriti da una recente scarcerazione di quelle definite eccellenti: ad aprile è tornato in libertà Giovanni Raia, fratello di Francesco, alias Cicciotto. Un tempo i Raia erano uomini di fiducia del boss Arcangelo Abete. Poi i rapporti tra le famiglie sono peggiorati. Tant’è che gli inquirenti ritengono, oggi, che i Raia siano gruppo autonomo. A tal punto da arrivare allo scontro frontale con i Notturno. E mentre gli Amato-Pagano avanzano e conquistano nuove piazze di spaccio, prendendo possesso della piazza di droga (tra le più storiche e redditizie) allo Chalet Bakù, che prima era gestita dai Raia, e dei ai Sette Palazzi, veri e propri supermarket h24 della droga a basso costo (si registra un nuovo boom dell’eroina) gli Abbinante restano forti nel al rione Monte Rosa.

Via Oliviero Zuccarini è la strada che collega Scampia, Miano e Chiaiano. Lì di recente la polizia di Stato ha sequestrato sostanze stupefacenti e armi. Un vero e proprio arsenale, i kit per gli assalti, il materiale per gli agguati. Di chi sono quelle armi? Forse di un nuovo gruppo criminale. Non una realtà del tutto nuova, piuttosto un gruppo satellite. La storia recente della criminalità organizzata di quella manciata di chilometri quadrati insegna che la mala si ricicla. Gli ultimi disordini a Miano, ad esempio, sono stati provocati da una compagine che si ispirava al gruppo Balzano, con a capo il suocero del ras Matteo, Eduardo Franco Romano (entrambi in carcere). La scena si starebbe ripetendo dalle parti di via Oliviero Zuccarini. E’ impensabile, infatti, che una nuova formazione criminale agisca senza il via libera dei boss di sempre. In tal caso, Scampia sarebbe già un campo di battaglia. Ma nella zona non si spara da un po’. Un segnale chiarissimo: qualcuno ha fatto degli accordi e quel qualcuno è protetto da qualcuno che sta ai vertici di un’organizzazione.

Licciardi contro Mazzarella

Licciardi contro Mazzarella, lo scontro consumato a Miano. E’ quanto sarebbe avvenuto nei mesi scorsi nel quartiere dell’area nord, per anni sotto il dominio dei Capitoni, il clan Lo Russo, poi passato attraverso diverse gestioni. Una cosa è certa: lì, a Miano, i Licciardi non vogliono la presenza di clan rivali. Il quartiere di Miano è troppo vicino alla Masseria Cardone. Troppo per ospitare un’organizzazione rivale dei Licciardi, asse portante della potente Alleanza di Secondigliano, il cartello criminale egemone tra Napoli e provincia. Ma i Mazzarella avrebbero comunque provato a togliere all’Alleanza uno spicchio di territorio, appunto Miano, dando vita a un tentativo finito male. Nel quartiere, oggi, ci sono le terze e quarte generazioni dei Lo Russo. Ma guai a volersi mettere in proprio. E le conferme arrivano dagli omicidi eccellenti degli ultimi anni: Salvatore Milano, ammazzato in un bar nell’aprile 2021, Giuseppe Tipaldi, freddato in un circoletto in via Janfolla nel novembre 2021, Pasquale Angellotti, crivellato di colpi mentre era nella sua auto in viale della Liguria, nel novembre dell’anno scorso. Tre delitti tra loro collegati e che in qualche modo raccontano del mantra imposto dall’alto ai protagonisti di malavita e dintorni, a Miano: chi prova a ingrandirsi, a diventare autonomo, paga con la vita. 

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