Nessuna differenza tra la Camera dei deputati e un bar: a provocazione si risponde con i fatti. Lancio di fogli verso la Presidenza, toni minacciosi e mani in faccia.
La miccia
Si discute di riforma costituzionale sul referendum propositivo, gli animi restano tranquilli fino all’intervento del pentastellato Giuseppe D’Ambrosio che attacca Pd e Fi sostenendo che “In quest’aula parlano di preferenze e sono proprio i partiti che le hanno cancellate per fare i listini bloccati nei quali mettere i peggiori parlamentari della vergogna di questo Paese”. Qui il primo richiamo del presidente della Camera Roberto Fico.
La recidiva
D’Ambrosio non contento, si rivolge al collega del Pd Gennaro Migliore facendo il gesto delle manette. I dem insorgono quando il presidente Fico preferisce un richiamo formale all’espulsione ricordando che anche con l’onorevole Fiano, protagonista di un episodio discutibile mesi fa, ha adottato lo stesso metro di giudizio.
E’ bagarre
Il Pd decide di abbandonare l’aula, Fico cade in provocazione e al ‘ciao’ con la manina di alcuni dem risponde “Arrivederci”. Da qui l’assalto ai banchi della presidenza guidata da Fiano e il lancio di fogli all’indirizzo di Fico. Capannelli in aula, urla e gesti ‘anticostituzionali’. Bagarre in aula.
Le scuse non valgono
Consapevole dell’errore Fico prova a chiedere scusa “Chiedo scusa per aver risposto ‘arrivederci’. Quando sbaglio pago e chiedo scusa. E’ stata mia colpa e mio errore”. Parole al vento.
Sfiorata la rissa
C’è chi se la prende con Fico, tanto che è stato necessario l’intervento dei messi, e chi approfittando della bagarre non controlla le mani. E’ il caso del deputato Pd Luigi Marattin che mette per due volte le mani addosso ad un collega del M5s. Scene da prima Repubblica riprese e diffuse dagli stessi protagonisti.