NAPOLI (fr.pa.) – Sarà un fine settimana di contatti e mediazioni, o almeno di tentativi di trovare accordi e stemperare i toni per gli esponenti del Partito democratico. Dopo lo stop al congresso regionale, per via del pasticcio sulle tessere di Caserta, gli animi si sono accesi in Campania. E la strategia di Elly Schlein di forzare la mano per rompere il fronte delle correnti ma salvando la propria non è piaciuta a tanti. La guerra ai ‘cacicchi’ annunciata dalla nuova segretaria è cominciata con una eccezione: la sua nuova corrente, i sostenitori che l’hanno accompagnata nella conquista del Nazareno vanno tutelati e premiati. Una logica correntizia 2.0. E che ha suscitato parecchi malumori nell’area che invece ha sostenuto la candidatura di Stefano Bonaccini, compresi i fedelissimi del governatore campano Vincenzo De Luca. Il nuovo presidente del Pd ha provato a stemperare i toni: “Siamo al 20%, stiamo crescendo grazie a Elly”, ha spiegato. Non basta. Perché secondo indiscrezioni riferite da Lapresse, Bonaccini ha sentito in queste ore i dirigenti che lo hanno sostenuto raccogliendo non pochi malumori per la “gestione quasi renziana” imputata a Elly Schlein sulla gestione dei gruppi. “Ha deciso che i capigruppo saranno Chiara Braga e Francesco Boccia”. Anche sulla delegazione europea la mediazione è minima, nulla invece quella sul futuro commissario campano dopo la decisione di far saltare il congresso sul quale c’era già l’accordo sul nome di Rosetta D’Amelio, fedelissima di De Luca. Bonaccini incontrerà coloro che l’hanno sostenuto lunedì pomeriggio, tre ore prima dell’assemblea congiunta dei gruppi parlamentari democrat. Ci sarà anche Piero De Luca che in quella sede rappresenterà le sue posizioni ma anche quelle del padre che ora vuole vederci chiaro. Se sul nome del futuro commissario campano Schlein deciderà di puntare su uno tra Peppe Provenzano e Marco Sarracino sarà praticamente una dichiarazione di guerra a De Luca che inizialmente i toni li aveva abbassati. E cambierà radicalmente la situazione. Da qui la necessità di tentare, almeno tentare, una mediazione. Un ruolo istituzionale sotto l’ombrello del Pd lo avrà, con ogni probabilità anche Pina Picierno, che ha saputo riposizionarsi nel modo giusto al momento giusto. All’elettorato dem, però, questo atteggiamento poco ‘democratico’ sembra piacere. l Pd, dopo il voto delle primarie, sale al 21% guadagnando ben 4,5 punti percentuali. Segue il M5S che con il 14,5% perde invece 4 punti percentuali secondo da un sondaggio dell’Istituto di Noto per Porta a Porta. Un dato che racconta quanto profonda sia la crisi di un Movimento 5 Stelle ormai destinato a sparire, con buona pace di Giuseppe Conte che sta esitando a trovare l’accordo con i Dem e che ora sembra spalle al muro. E di quanto per Vincenzo De Luca i tempi a venire saranno molto complessi da gestire. E forse dovrà, se vuole restare a Palazzo Santa Lucia, uscire allo scoperto e lasciare il recinto del Pd, nel quale è rimasto solo formalmente. Da valutare anche le mosse del gruppo in consiglio regionale che potrebbe anche, almeno lontano dall’aula, voltargli le spalle dopo anni di tensioni.
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