NAPOLI – Atteso da mesi, annunciato per la settimana prossima, arrivato a sorpresa ieri. L’incontro fra Vincenzo De Luca ed Elly Schlein imprime un colpo di acceleratore alle alleanze per le Regionali e costringe anche il centrodestra a stringere i tempi. Ieri pomeriggio il
colloquio c’è stato ed è emerso che non ci sono più preclusioni nette sul- la candidatura di Roberto Fico a presidente della Regione. E’ quanto si apprende da fonti Dem. Durante il colloquio, De Luca avrebbe anche confermato che non si candiderà al consiglio regionale, ma ha chiesto
che venga svolto il congresso regionale del Pd prima delle elezioni, per eleggere finalmente un segretario dem in Campania, commissariata da Antonio Misiani dal 1 aprile 2023. Una svolta che era nell’aria dopo il convegno organizzato dal presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero che l’altro ieri ha riunito 23 consiglieri regionali.
All’iniziativa mancavano i consiglieri del Pd (a parte Erasmo Mortaruolo, richiamato dal tema delle aree interne che era al centro della discussione), ma c’erano invece i 5 Stelle, con tanto di dichiarazioni concilianti. Sembra
che De Luca, pur avendo aperto al Pd, intenda trattare anche con i 5 Stelle, magari sfruttando i rapporti cordiali con Giuseppe Conte, ribaditi nei giorni scorsi. A condurre la trattativa sarebbe il numero due della giunta Fulvio Bonavitacola: il “delfino” Piero De Luca non può ovviamente essere tirato in ballo, per ovvio conflitto di interesse con il suo ruolo di parlamentare Pd. Il governatore uscente non ha infatti intenzione di restare in disparte: non si candiderà in prima persona, me vuole una sua lista civica (“A testa alta”) nella coalizione. E
chiede mano libera nella scelta dei candidati. Gli uscenti da salvaguardare sono parecchi ed è inverosimile che vengano rieletti tutti, ma ad avere un occhio di riguardo per la ricandidatura dovrebbero essere Luca Cascone, Franco Picarone, Giovanni Zannini, Carmine Mocerino e Giovanni Savastano. Con questa squadra si punta al 10-15% dei voti e all’elezione di 4 o 5 consiglieri. In questo modo De Luca
potrebbe chiedere un assessorato (anche se non è detto che lo ottenga) e comunque giocare un ruolo di rilievo, contendendo al Pd il ruolo di guida della maggioranza e, in caso di bisogno, ostacolando le azioni della coalizione che non si ritengono conformi ai propri interessi.
“È stata condivisa la necessità di concentrarsi anzitutto sui punti programmatici dell’agenda di governo, da costruire partendo dall’importante lavoro svolto in questi anni in Campania”, è la sintesi ufficiale che viene fatta al termine dell’incontro, con un riconoscimento dei 10 anni di De Luca a palazzo Santa Lucia. Il passaggio più rilevante è quello dedicato al lavoro da fare per “individuare, senza veti o posizioni pregiudiziali, il candidato presidente in grado di rappresentare e fare sintesi in tutta l’area progressista”. Chi segue il dossier Campania in casa dem, non ha dubbi: “E’ il via libera a Fico”. Una ‘impronta’, quella dell’ex presidente della Camera, che i più maliziosi scovano anche nell’uso del termine “candidato presidente” utilizzato dal Nazareno, in era Schlein sempre attentissimo alla ‘gender equality’, nella nota ufficiale.
Non è un caso, probabilmente, che a stretto giro arrivi il commento di Conte sul dossier Campania: “Si va avanti”, dice il leader M5s. Sui contenuti dell’incontro tra il governatore campano e la leader dem, senza conferme ufficiali, fioccano le indiscrezioni. Tra
i temi trattati ci sarebbero appunto le questioni della lista civica e dei chiarimenti che il governatore avrebbe chiesto alla leader dem su questioni come il ruolo del suo braccio destro Bonavitacola nel prossimo governo regionale e su un eventuale ingresso del figlio Piero nella segreteria nazionale del Pd. “Ma ormai De Luca ha capito, non ha più il margine che avrebbe avuto mesi fa”, è la lettura di alcune fonti
dem campane. Di sicuro lo ‘sblocco’ della Campania, con quel “nessun veto” sul candidato, può essere il colpo decisivo per far combaciare tutte le altre tessere del puzzle elettorale del centro- sinistra per le prossime regionali. Non a caso, De Luca e Schlein si vedevano mentre Conte ‘smussava’ un po’ la posizione del M5s su Giani (“noi non poniamo mai questioni di poltrone, noi poniamo questioni politiche serie”), aprendo uno spiraglio dopo il ‘niet’ su Giani dei 5 stelle locali.