MILANO (LaPresse) – Pronti, via ed è subito podio. L’Italia dello sci è protagonista nella tappa inaugurale di Coppa del mondo di sci alpino. Merito di Federica Brignone, che conquista un ottimo secondo posto nello slalom gigante di Soelden, in Austria.
Sci, l’Italia è sul podio
Risultato che vale tanto, considerate le condizioni difficili della pista, con la forte nevicata abbattutasi sul Rettenbach che ha costretto gli organizzatori ad abbassare leggermente la partenza evitando la prima parte in piano. E il fatto che l’azzurra classe 1990 avesse appena 18 giorni di allenamento sulle gambe, dopo la caduta nel supergigante del 10 agosto che le ha causato lo stiramento al legamento collaterale laterale del ginocchio sinistro e una forte contusione ossea alla stessa gamba.
L’impresa di Federica Brignone
La lombarda, scattata con il pettorale numero 1, ha chiuso in testa la prima manche. Per poi scivolare al secondo posto con il tempo complessivo di 2’00″86, preceduta di 35 centesimi dalla francese Tessa Worley (2’00″51), terza a metà gara e autrice di una seconda manche strepitosa. Sul podio anche l’americana campionessa olimpica in carica della specialità Mikaela Shiffrin, terza a 94 centesimi, quarta la tedesca Viktoria Rebensburg, detentrice della Coppa di specialità, seconda dopo la prima manche. Ventiduesima, a 3″08, l’altra azzurra qualificata per la seconda manche, Irene Curtoni.
Le dichiarazioni dell’azzurra dopo la vittoria
Per Brignone si tratta del 25° podio in carriera e del resto Soelden le porta bene: proprio qui, nel 2015, ottenne il primo successo della propria carriera in Coppa del mondo. Ma è un risultato, quello odierno, che l’azzurra non si aspettava. “Penso sia stata la manche più difficile della mia carriera, una gara così penso di non averla mai affrontata”, ha raccontato. “Nel 2014 qui c’era stata una gara altrettanto difficile, mi ricordo la nebbia e i buchi, una cosa bestiale. Ma credo di non aver mai fatto così fatica come oggi, anche perché ero molto tesa. Al momento della partenza avevo un blocco nello stomaco, mi veniva da vomitare e una volta partita facevo fatica a respirare, ho provato solo a sciare e nella seconda manche solo a combattere perché non riuscivo a vedere quello che c’era sotto e sopra. Però ricordavo perfettamente il tracciato, conoscevo le porte più rovinate”.
Una gara difficile
“Sapevo – ha proseguito – di avere pochi giorni di sci, ma quei pochi giorni li ho fatti stando bene, ero tornata al 100% e potevo fare tutti i giorni di sci che volevo. L’anno scorso, invece, vivevo un po’ l’incubo di non poter fare tutto quello che volevo per prepararmi al meglio. Ho cercato di fare un piccolo passetto ogni giorno per migliorare”. “Certo – ha ammesso – ho fatto fatica, a Hintertux è stata dura. Ma ho continuato a lavorare e sono arrivata tranquilla. Per me era già un risultato essere qui e star bene”.
Gli altri fiori all’occhiello dell’Italia
E l’Italia si attende da lei altre imprese. Solo Deborah Compagnoni aveva fatto registrare un secondo posto sul Rettenbach, nella gara d’apertura della stagione, 22 anni fa. Squadra azzurra a podio per il quarto anno consecutivo, dopo la vittoria della stessa carabiniera valdostana nel 2015. E i terzi posti di Marta Bassino e Manuela Moelgg nelle ultime due stagioni. Il secondo posto odierno rappresenta il nono risultato utile nella storia della Nazionale femminile. Se il buongiorno si vede dal mattino…
di Attilio Celeghini