ROMA – ‘Unità’ e ‘cambiamento’ sono le due parole scelte dal neo eletto segretario del Pd Nicola Zingaretti. “Basta con i giochi di potere e con lo scambio delle figurine, sto con Tizio o Caio. I gruppi ci sono il Parlamento, nel Pd io conosco solo gruppi dem”, ha spiegato Zingaretti. Ma è proprio tra Palazzo Madama e Montecitorio che il nuovo corso del Pd potrebbe dare problemi al nuovo leader dem. Il rischio scissione del gruppo renziano, che domina nelle Aule del Parlamento, è alto, anche se sia Zingaretti che Matteo Renzi scongiurano la crisi, in vista della lotta a un centrodestra più affermato che mai.
Renzi e Zingaretti
Zingaretti a un anno dopo la disfatta delle Politiche dello scorso anno vorrebbe una nuova stagione per il partito. Il rischio boicottaggio delle aree renziane è alto, e potrebbe concretizzarsi dopo l’appuntamento con le Europee. “Sono contento del suo protagonismo, abbiamo l’obiettivo di sconfiggere la destra. E ognuno deve portare il suo contributo, anche Matteo Renzi”, ha detto esorcizzando la scissione. Renzi intanto si dice disponibile “ad aiutare Nicola”. “Da parte mia non ha nulla da temere. Io non chiedo niente, siamo pronti a dare una mano. Io le scissioni non le ho mai fatte: le ho subite”. Sul neo eletto non si espone: “Come segretario lo vedremo alla prova dei fatti, in Regione Lazio, Nicola è abile a tenere insieme un fronte ampio che va dai moderati agli estremisti di sinistra”.
Zingaretti e la Tav
Appena conosciuto l’esito delle primarie che hanno sancito la sua vittoria con il 70% dei voti, Zingaretti ha parlato dei rapporti con l’ex leader, ma anche dei primi impegni politici da segretario. Tappa obbligata della passerella il cantiere Tav, che divide il governo giallo-verde. “La mia prima mossa da segretario sarà simbolica e importante: andrò a visitare i cantieri della Tav il prima possibile”, ha detto nel backstage del comitato elettorale.