Scomparso da 8 giorni, avvistato a Capodichino

Scomparso da 8 giorni e avvistato a Capodichino
Scomparso da 8 giorni e avvistato a Capodichino

NAPOLI – Sono sconvolti, angosciati, terrorizzati. Vivono con gli smartphone incollati alle mani nella speranza di ricevere la comunicazione che possa scrivere un epilogo felice a questa storia. Un messaggio su WhatsApp o un sms, una ‘soffiata’ attraverso i social, una telefonata. Un’indicazione che possa fornire rassicurazioni sullo stato di salute del loro Umberto. Perché “Umberto si isola spesso, non è la prima volta che si allontana e tende a farlo soprattutto in questi giorni di festività, ma dopo qualche ora dà notizie di sé, ci rassicura e puntualmente ritorna”. I familiari di Umberto Nappello vivono ore di ansia. Oggi sono otto giorni che del 31enne non vi è alcuna traccia. L’uomo, che questo periodo di feste avrebbe dovuto trascorrerlo nella zona di Porta San Gennaro insieme alla famiglia, il 29 pomeriggio è uscito dicendo di avere intenzione di fare un giro a piedi tra le strade del centro storico. “La sera prima gli si è rotto il telefono – ci spiega la cugina – L’aveva sistemato sul comodino e la vibrazione l’ha fatto cadere”. “Pensavamo sarebbe ritornato nel giro di qualche ora, purtroppo non è andata così e da allora siamo in preda all’angoscia”, aggiunge la ragazza. Lei e i suoi familiari sono costantemente impegnati nelle ricerche di Umberto. “Lo cerchiamo ovunque, soprattutto alla stazione centrale, dove spesso si rifugia nei suoi momenti ‘no’, e all’aeroporto”. Ed è proprio a Capodichino che Umberto sarebbe stato avvisato nelle ore immediatamente successive al suo allontanamento da casa. “Un uomo ci ha comunicato di averlo visto e di avergli parlato. Ci ha detto che Umberto gli ha chiesto uno strappo verso Marigliano, dove vivono altri membri della nostra famiglia. Ma la corsa gli sarebbe costata troppo ed è stato lo stesso sconosciuto a sconsigliargliela, per fargli risparmiare sui 50 euro”. Ma tra le pieghe della segnalazione si nasconde un indizio importante, che potrebbe anche rivelarsi fondamentale ai fini investigativi: “L’uomo ha aggiunto che Umberto gli ha detto che si era recato a Capodichino con l’obiettivo di prendere un aereo diretto in Spagna”. Più precisamente, a Barcellona. 

Ma chi è Umberto Nappello? Trentuno anni compiuti lo scorso aprile, residente a Miano, la vita di Umberto viene segnata dalle tragedie familiari. Due anni fa ha dovuto salutare il padre, morto allo scoccare della mezzanotte del nuovo anno. “Un dramma che lo ha segnato – spiega la cugina – Umberto soffre di disturbi mentali ed è proprio per questo che ho fortemente voluto la sua presenza in questi giorni. Ogni volta che si va verso date che gli ricordano le tragedie vissute, si isola e si allontana da casa, salvo fare ritorno nel giro di poco tempo”. E sono purtroppo diverse le date che hanno cambiato la vita a Umberto: il 27 maggio, ad esempio, giorno in cui, nel 2017, il piombo della camorra si abbattè su due suoi parenti con lo stesso nome, Carlo Nappello, suo zio e suo cugino, uccisi nel primo pomeriggio dai sicari della criminalità organizzata dell’area nord mentre si trovavano in vico Valente, nel cuore di Miano. “Ma Umberto non c’entra nulla con le scelte della nostra famiglia”, puntualizza la cugina, che in quell’agguato ha perso il papà.

Intanto, proprio ieri mattina i carabinieri di Secondigliano hanno ascoltato i familiari e raccolto le loro preoccupazioni. In queste ore, gli investigatori cercheranno indizi nei sistemi informatici delle Poste: “Con sé Umberto aveva una Postepay. Potrebbe averla usata per un prelievo. Speriamo l’abbia fatto così da poter avere un percorso, una traccia, una pista”.  

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