Incendiato il portone del palazzo dove abitano i titolari del Gambrinus

Incendiato il portone del palazzo dove abitano i proprietari del Gambrinus
Incendiato il portone del palazzo dove abitano i proprietari del Gambrinus

NAPOLI – Incendiato  il portone del palazzo dove abitano i titolari del Caffé Gambrinus. Il raid alle rampe di Pizzofalcone. Nel ‘salotto buono della città’. A due passi da via Partenope e dal lungomare. I fatti. Con la benzina è stato dato fuoco al portone. I pompieri hanno trovato liquido infiammabile davanti all’ingresso. Paura nell’edificio. Ma nessun ferito. Il rogo spento prima che si propagasse. Annerito il portone. Poi le indagini. Al primo piano abita un professionista, al secondo la famiglia proprietaria della caffetteria più famosa di Napoli: il Gambrinus in piazza Trieste e Trento. Qui accolgono presidenti della Repubblica, come Sergio Mattarella. E si tengono vertici internazionali, come l’anno scorso con l’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Insomma una istituzione. In tutti i sensi. L’altro ieri notte alle rampe di Pizzofalcone si sono precipitati gli agenti del commissariato San Ferdinando e gli specialisti della squadra mobile. Non solo. La Scientifica ha avviato i rilievi, per individuare impronte e tracce. Al momento non escludono ipotesi, compresa l’intimidazione. Ma perché? E a chi? Le verifiche – coordinate dalla Procura – puntano sui filmati registrati dalle telecamere di sicurezza. Da qui potrebbe arrivare la svolta. Intanto il socio fondatore del Gambrinus, Antonio Sergio,  butta acqua sul fuoco: “Un episodio simile c’è stato solo trenta anni fa – racconta al telefono – incendiarono sempre il palazzo, se non ricordo male accadde la stessa cosa. Ma quello fu un tentativo di estorsione. C’era chi abitava lì e l’obiettivo era intimorire. Ora è tutto diverso”. Può spiegare? “La polizia di Chiaia e la magistratura si stanno interessando. Chi ha svolto i rilievi ha detto che probabilmente è stata una bravata. Non si capisce ancora se è stata usata benzina, o alcol. Secondo l’entità del danno, si può intuire la matrice”. In che senso? “Ci sono passato pochi minuti fa alle rampe a Pizzofalcone. Si vede ben poco dell’incendio. E’ annerito solo a terra davanti all’uscio. Non mi sembra una cosa eclatante”. Quindi? “Adesso qui imperversano la notte bande di ragazzini minorenni, che fanno il buono e cattivo tempo. La polizia ha sospetti sulle babygang. Vero è che nel palazzo abitano anche due dirigenti Asl. Ma la polizia vista la dinamica, non batte la pista di un raid mirato. Io risiedo proprio lì, poco più giù. Se fosse stata una cosa seria, un gesto intimidatorio, i risultati sarebbero ben diversi. Insomma se ci fosse altro, l’incendio sarebbe stato più concreto, più forte. Una azione del genere, o la fai in maniera eclatante, o non la fai proprio. Almeno io la penso così. E questa, invece, mi sembra una stupidaggine”. Antonio Sergio è il volto noto del Gambrinus. Si occupa della contabilità dell’azienda. Lui accoglie e ospita i presidenti della Repubblica in visita a Napoli. E’ stato il promotore dell’antica tradizione del caffè sospeso. Oggi famoso in tutto il mondo. 

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