Scuola, dopo Pasqua 6 su 10 in presenza. Test salivari ancora in valutazione

La modifica di colore disposta dall'ordinanza del ministro della Salute avrà effetto da martedì 30 marzo

Una scuola (Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse)

ROMA – Dal prossimo 6 aprile, 5,3 milioni di studenti seguiranno le lezioni in presenza a scuola. Sono il 62,3% (sei su dieci) degli 8,5 milioni di alunni iscritti nelle scuole statali e paritarie.

Per due giorni, prima che inizino le vacanze pasquali, saranno poco più di 2 milioni gli alunni in presenza e quasi 6,5 milioni quelli in Dad. Se prima della data del rientro alcune regioni classificate in zona rossa transiteranno in zona arancione, il numero degli alunni in presenza potrebbe aumentare.

La modifica dei colori

La modifica di colore disposta dall’ordinanza del ministro della Salute avrà effetto da martedì 30 marzo. Mentre il parziale ritorno in presenza dopo Pasqua è stato deciso dal presidente Mario Draghi che ha voluto rompere il vincolo delle zone rosse. Autorizzando il rientro in presenza dei bambini della scuola dell’infanzia, degli alunni della primaria e di quelli del primo anno della scuola secondaria di I grado.

L’ipotesi

Circola ancora l’ipotesi, anche se di difficile attuazione, di sottoporre gli alunni ogni settimana ai nuovi test salivari. “Stanno emergendo test diagnostici sempre nuovi ma prima vanno validati sul campo e inseriti in programmi specifici. Alcune regioni hanno cominciato con studi pilota. È presto per decidere, servono maggiori evidenze per capire quale potrebbe essere l’impatto di questi strumenti. È un progetto su cui lavorare, aspettiamo i dati”, spiega. Il commissario Francesco Paolo Figliuolo, che negli scorsi giorni ha ricevuto la richiesta da parte del ministro Patrizio Bianchi, sta valutando l’attuabilità e il rapporto costi-benefici dell’operazione. Tra le ipotesi sul tavolo, c’è anche quella di effettuare i test a casa e non negli istituti, per evitare assembramenti.

La priorità

“La scuola è sempre stata una priorità non solo in Italia”, conferma il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro che ricorda che anche l’Oms ha attivato un tavolo di lavoro sul tema. In situazioni in cui l’incidenza è elevata si deve ricorrere alla didattica a distanza. Ma rendere possibile ai ragazzi il ritorno tra i banchi, assicura, è “l’obiettivo principale”.

Anche gli psicologi appoggiano la scelta del governo Draghi di riaprire: “Le indagini effettuate dal centro studi CNOP avevano mostrato le ricadute psicologiche negative di una scuola chiusa per troppo tempo e le criticità della DAD”, fa presente il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, David Lazzari. Tra protezione dal virus e salute psicologica, insiste, “bisogna trovare un equilibrio”.

Quello che serve, ora, è “aiutare i ragazzi dal punto di vista psicologico a superare il grande malessere che si è creato per impedire che si trasformi in disturbi più gravi e che influisca sulla qualità dello sviluppo”.

(LaPresse/di Maria Elena Ribezzo)

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