ROMA – “Gli immaturi siete voi”. Questo uno degli slogan scelti dagli studenti che domani scenderanno nelle piazze d’Italia per protestare contro la decisione del ministero dell’Istruzione di rintrodurre due prove scritte all’esame di maturità. “Una decisione folle”, denunciano i ragazzi.
A Roma è prevista una manifestazione alle 9 in piazzale Ostiense, mentre alle 10.30 l’appuntamento è davanti al Ministero dell’Istruzione. Un senso di disagio che ha trovato espressione anche nel discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “E’ doveroso ascoltare la voce degli studenti preoccupati per il loro domani”, ha esortato il rieletto capo dello Stato, dopo il giuramento davanti al parlamento.
I ragazzi, che si dicono fortemente provati dalla pandemia da Covid – “i due anni peggiori della nostra vita” – non vogliono neanche sentir parlare di “ritorno alla normalità”, come dichiarato dal ministro Bianchi: quest’ultimo, etichettato come “inadeguato al suo ruolo” da Osa nazionale, viene ritenuto colpevole di “silenzio-assenso” e di “indifferenza” di fronte alle problematiche degli studenti che ne chiedono le dimissioni. Non prima però che torni sui suoi passi, “quantomeno sulla seconda prova”. I ragazzi, infatti, chiedono un esame “che si basi su un colloquio orale e su una tesina, costruita nei mesi precedenti con il corpo docente, perché pensiamo che dopo questi anni di pandemia ci sia bisogno di dare spazio al vissuto personale e quello che i ragazzi hanno appreso nonostante i programmi e la Dad”, dichiara a LaPresse Luca Ianniello, della Rete degli studenti medi. “Così non sarà – prosegue – e per questo domani saremo in piazza”.
Ad infiammare gli animi è anche l’alternanza scuola-lavoro – di cui si chiede l’abolizione – tornata alla ribalta dopo la vicenda di Lorenzo Parelli, lo studente 18enne morto a Udine al suo ultimo giorno di tirocinio, ricordato anche da Mattarella nel suo discorso: “Lorenzo vive nella lotta”, è il titolo della mobilitazione del ‘Kollettivo Studenti Autorganizzati’ di Torino.
Il capoluogo piemontese, nei giorni scorsi, è stato teatro di scontri e cariche della polizia, con uso di manganelli da parte delle forze dell’ordine sui giovani manifestanti. Un evento sul quale il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese si è espresso confermando che “Deve essere sempre garantito il diritto di manifestare e di esprimere il disagio sociale, compreso quello dei tanti giovani e degli studenti che legittimamente intendono far sentire la loro voce”, ha dichiarato, puntando però il dito contro gruppi di “infiltrati” che “hanno cercato gli incidenti”.
La titolare del Viminale ha invitato chi vuole manifestare il proprio dissenso a un “costruttivo e costante dialogo con le istituzioni” e al “rispetto delle regole” per scongiurare che le “legittime proteste nelle nostre piazze possano essere strumentalizzate da chi intende alimentare violenze e attacchi contro le forze di polizia”.
di Giusi Brega