Dirigenti scolastici al lavoro in questi giorni per una ripresa delle lezioni che, con ogni probabilità, avrà le stesse limitazioni dell’anno scorso. “Ci vengono fatte tante promesse – dice Antonella Serpico, responsabile regionale dell’Andis Formazione – ma manca l’organico. Chiediamo la riduzione del numero di studenti nelle aule, ma ci ritroviamo con classi di 26-27 alunni e il distanziamento diventa difficile”.
Neppure sui trasporti si profilano grosse novità: “Il governatore De Luca – suggerisce la preside – potrebbe facilitare gli studenti con abbonamenti gratuiti in modo da sollevare le famiglie, molte delle quali non possono permettersi i bus privati, da questa spesa”. E sulle vaccinazioni “siamo ancora un po’ fermi per gli alunni, mentre è importante che la campagna vada avanti, facendo capire l’importanza della prevenzione”. Quanto ai docenti, “gli immunizzati sono moltissimi: il passo in avanti da fare è capire chi non ha voluto fare il vaccino. Per me chi non vuole farsi immunizzare non può stare a contatto con gli alunni. Se sei supplente e non ti vaccini, vai escluso dalla graduatoria”.
“Al momento – osserva da parte sua Franco De Rosa, presidente dell’Associazione nazionale presidi – valgono le regole dell’anno scorso per il distanziamento e la presenza contigentata nelle scuole superiori. D’altra parte il decreto del Governo scade il 31 luglio e regole nuove in questo momento non servono: dobbiamo vedere come andrà avanti l’epidemia. Per settembre dovremmo arrivare all’80% della popolazione vaccinata, ma sugli under 18 siamo in ritardo. Molti non intendono immunizzare i propri figli e forse il governo introdurrà misure di obbligo. Siamo in attesa di essere convocati dalla Regione”. Escludere i docenti che rifiutano il vaccino, però, “sarebbe incostituzionale. La vaccinazione non è obbligatoria: se lo diventasse, i docenti che non si vaccinano sarebbero collocati in aspettativa d’ufficio, ma non credo che si arriverà a questo”.
E’ argomento di questi giorni il pessimo risultato dei test Invalsi per la Campania: stando ai dati, la regione si ritrova ad avere gli studenti meno preparati d’Italia. Un risultato che da più parti viene addebitato al ricorso massiccio alla Dad. “Abbiamo sempre avuto questo problema, anche prima della Dad – nota la Serpico – ma certamente la povertà educativa è aumentata. Una famiglia con poche possibilità economiche e diversi figli come ha potuto gestire l’uso del computer a casa? E a questo punto è normale che anche i test Invalsi abbiano dato risultati catastrofici. Questi dati devono però servire a farsi domande e cercare di riparare”.
Secondo De Rosa “certo la Dad non fa bene. La Campania non ha mai brillato in questi test, ora dobbiamo correre ai ripari specie per le materie scientifiche”.
Scuole in Campania, buio fitto su vaccini e Dad
I presidi Serpico (Andis) e De Rosa (Anp): per gli studenti le immunizzazioni sono in ritardo. I risultati pessimi dei test Invalsi in Campania non sono una novità e le lezioni a distanza hanno solo peggiorato la situazione